Il registro delle unioni civili di Oristano si adegua a quelli delle altre città italiane. È vuoto

La consigliera comunale che si era battuta per la sua approvazione ora si lamenta perché nessuno si è ancora iscritto.

Cosa accade quando un politico scopre che una sua iniziativa non interessa per nulla i cittadini? Dice che c’è stato un “problema di comunicazione”. Non sfuggendo alla regola, una consigliera comunale di Oristano, la piddina Mariangela Massenti, ha spiegato così il flop del registro delle unioni civili della città, approvato nell’agosto 2013 e operativo dall’ottobre scorso. A qualche mese dalla sua introduzione, infatti, il registro è ancora lindo, candidamente bianco. Mica perché a nessuno interessi, ovvio. È solo che è stato poco pubblicizzato. Ché, se tutti sapessero della sua esistenza, ci sarebbero lunghe file davanti agli uffici comunali e schiere di vigili urbani a dirigere il traffico davanti agli sportelli.

VUOTI OVUNQUE. La consigliera di maggioranza, d’altronde, aveva fatto dell’approvazione del registro un suo cavallo di battaglia. Tempo fa, infatti, aveva scritto sulla sua pagina Facebook che era ormai «arrivato il tempo anche per il Comune di Oristano di istituire il Registro delle Unioni Civili. Voglio lanciare ufficialmente “l’inizio dei lavori” oggi, in un giorno per me speciale, come speciale sarà il giorno in cui verrà istituito il Registro». Anche per la città sarda era scattata l’ora di adeguarsi ai tempi e ad «altre città virtuose». Ma finora, l’unica cosa su cui si è adeguata Oristano è il fallimento di tali registri che risultano inutili in tutta Italia (come scrisse Repubblica). Per informazioni chiedere al sindaco di Bologna, Virginio Merola, o all’ex di Firenze, Matteo Renzi.

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