Il comico tedesco che insulta Erdogan finisce col fargli un favore

Durante uno show tv, Jan Böhmermann ha attaccato violentemente il presidente turco. Ma la sua scurrile buffonata ha messo nei guai il suo paese

Aggiornamento del 15 aprile: Angela Merkel ha annunciato che il governo ha autorizzato la magistratura tedesca a ricevere la denuncia da parte di Recep Tayyip Erdogan contro il comico Jan Böhmermann per la violazione del paragrafo 103 del Codice penale: insulto di capo di Stato straniero. Ha anche aggiunto che il governo provvederà a riformare il Codice e a cancellare il paragrafo 103. 

Il caso del poema letto in diretta il 31 marzo dal comico tedesco Jan Böhmermann, durante lo show satirico “Neo Magazin Royal”, ha innescato una crisi istituzionale tra Germania e Turchia. L’artista ha insultato pesantemente il presidente Recep Tayyip Erdogan ma, a conti fatti, la sua intemerata si è trasformata in un boomerang per il suo paese.

QUASI DITTATORE. Erdogan sta cavalcando l’islamismo per conquistare il potere assoluto in Turchia, detiene il record per numero di giornalisti incarcerati, disprezza e sopprime usualmente la libertà di stampa e di espressione, ha grandi responsabilità nella degenerazione del conflitto siriano, avendo aiutato i jihadisti di mezzo mondo ad entrare nel paese per unirsi all’Isis, avendo alle spalle un genocidio armeno organizzato e perpetrato dalla fazione dei Giovani turchi continua a fare dichiarazioni incendiare sul Nagorno-Karabakh, combatte i curdi nel modo più violento possibile e non si è mai distinto per trattare bene i cristiani. I suoi oppositori in patria lo chiamano dittatore e non si allontanano molto dalla verità.
Detto questo, è difficile rubricare come “satira” gli insulti di Böhmermann. Il comico ha definito il presidente turco uno «stupido idiota codardo, con l’uccello che puzza come un döner, che anche una scoreggia di maiale è più gradevole». Lo ha accusato di avere rapporti sessuali con le capre e di «picchiare i cristiani mentre guarda film pedopornografici». E questo solo per limitarci a riportare gli insulti riferibili.

LE DENUNCE. Nessuno può davvero stupirsi se Erdogan se l’è presa. L’11 aprile il pubblico ministero di Mainz ha annunciato che Böhmermann è stato denunciato da Erdogan. Secondo gli avvocati tedeschi del presidente turco, è stato violato il paragrafo 185 del codice penale tedesco: l’accusa è ovviamente quella di diffamazione. Il comico rischia un anno di carcere o, più probabilmente, una multa salata. Ma non finisce qui, perché il presidente turco in un secondo momento ha anche contestato la violazione del paragrafo 103 del Codice penale, che prevede una condanna a un massimo di tre anni di carcere o a una multa pecuniaria per insulto contro un capo di Stato straniero. Questa seconda mossa, Erdogan l’ha fatta solo per inguaiare il governo di Angela Merkel, dal momento che una simile denuncia può essere ricevuta dalla magistratura tedesca solo se il governo dà il via libera.

MERKEL NEI GUAI. Non c’è giornale, diatriba nelle birrerie o angolo della Germania che non stia dalla parte di Böhmermann e della libertà di espressione, ovviamente. Che cosa farà la Cancelliera? Si dimostrerà forte agli occhi del suo elettorato, facendo infuriare l’alleato con cui ha trovato un accordo per i migranti, o si piegherà al volere di Erdogan, perdendo la faccia in patria ma evitando di essere ricattata? In ogni caso, Merkel ne uscirà male ed Erdogan rafforzato.
Difficilmente, infatti, un giudice potrà proteggere le ingiurie di Böhmermann in nome della libertà di espressione. Che cosa sarebbe successo se questo insieme di sboccate, volgari e banali contumelie fosse stato pronunciato contro Barack Obama?

COMICO GIUSTIZIERE. Chi difende Böhmermann sostiene che la sua sceneggiata aveva un contenuto più sottile. Infatti il comico afferma più volte durante lo show che non sta facendo «satira», ma qualcosa di «illegale». L’obiettivo è allora ricordare a Erdogan la differenza tra insulto e satira, differenza che il presidente turco purtroppo non riconosce. Ma il comico, facendosi giustiziere, vuole anche rendergli la pariglia. Dichiara infatti alla fine del poema: «Questi aspiranti despoti autoritari e nazionalisti (…) che tagliano i diritti delle altre persone, hanno bisogno di avere anche i propri diritti tagliati».
Purtroppo, con la sua buffonata il paladino Böhmermann non fa che rafforzare il presidente turco, perché gli dà la possibilità di fare la vittima e di strapazzare Merkel e l’Europa.

@LeoneGrotti

Foto Merkel Erdogan Ansa

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