Gli auguri di don Villa ad Amicone per la sua campagna elettorale

Il fondatore della scuola di Tarcento scrive al nostro ex direttore, impegnato nelle comunali a Milano. «Luigi, pazienza e grinta. Comunque vada avrai lottato in difesa del tuo Dio e del Suo popolo»

Carissimo Luigi, mi trovo a farti gli auguri per la campagna elettorale e scopro leggendo un tuo articolo che non vai incontro, come speravo a una campagna trionfale e neppure a una passeggiata tra le Dolomiti del Brenta; mi pare di capire che ti trovi in mezzo a un guazzabuglio immondo (parlo da incompetente politico). Il mio problema è: “quale augurio inventare?”. Non invento un bel niente perché, conoscendo Luigi, noi siamo sicuri che si è già risolto al “Suo Signore” e sono pronto a scommettere che tra i Due si sia verificato il duetto tra il Signore e Salomone candidato al regno.

Il Signore: «Salomone chiedimi quello che vuoi». Sorprendentemente Salomone risponde: «Siccome mi metti a guidare questo popolo concedimi sapienza e senno». Il Signore conclude, tra l’ammirato e il compiaciuto: «Siccome non mi hai chiesto né ricchezza, né gloria e neppure longevità, avrai senno e sapienza e tutte le altre cose… in sovrappiù». Con lui il Signore mantenne la promessa.

Certo noi non raggiungiamo la finezza spirituale della maestra di Precenicco che è in grado di valutare la devastazione psicologica di 80 bambini seduti su un prato con le autorità schierate per la “benedizione” della scuola se sentissero recitare un “Padre nostro” e non sono di questa religione, ma fino ad arrivare a qualche “spintonata” per farsi largo, pensiamo ci sia ancora permesso: dunque, Luigi, pazienza e grinta. Comunque vada avrai lottato in difesa del tuo Dio e del Suo popolo.

Con Salomone finì come finì, ma dopo tremila anni siamo ancora noi a raccontarcela nello stesso alveo e nella stessa direzione, mentre a destra e a sinistra possiamo osservare mucchi di ideologie carbonizzate. Non è per vantarci, ma teniamoci stretta la certezza che sul podio più alto alla fine della storia troveremo già seduto Nostro Signore. È vero che ha patito anche circondato da false preghiere ma tutto sarà diventato… materiale per il fuoco d’artificio finale!

Al signor parroco rimasto comprensibilmente basito, consiglierei di cogliere il “segno del tempo” chiarissimo nell’episodio: bisogna ricominciare daccapo la “catechesi”, cominciare a tenere raccolte le vecchiette con il rosario e, da guardiane di sepolcri come amano essere, trasformale in “sentinelle del risorto” con relative festicciole di circostanza.

Costituirai così lo “zoccolo duro” su cui appoggiare i primi genitori che riuscirai ad “avvicinarti e seguirti”. A seguire verranno i vostri figli. Lascia perdere la concezione religiosa della maestra: non è neanche ai primi passi! E forse il parroco, mentre voltava le spalle, mi ha spruzzato una bella scarica di acqua santa! Noi crediamo ancora perfino a queste cose!

don Antonio Villa, Tarcento

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