In Francia qualcuno inizia ad averne abbastanza dell’ideologia woke

Nel paese europeo più permeabile all'ideologia del politicamente corretto cresce il fronte di chi prova a opporsi alla deriva totalitaria di un pensiero che imperversa in scuole, media e cultura

Parigi. Diverse inchieste, negli ultimi tempi, hanno evidenziato fino a che punto la Francia sia diventata la nazione europea più permeabile all’ideologia woke. Dall’università all’editoria, dai media ai banchi dell’Assemblea nazionale, questo fenomeno di dogmatismo intollerante e censorio verso tutto ciò che esce dai binari del politicamente corretto non risparmia nessun settore della società francese. «La matematica è razzista», «il barbecue è un simbolo di virilità»: sono soltanto due esempi di questa nuova religione intollerante che continua a fare proseliti, soprattutto tra i giovani.

La lettera del deputato ai colleghi: «Basta woke»

Ma c’è una Francia che non ci sta più, che non accetta di essere il cavallo di Troia delle peggiori mode d’oltreoceano. L’ultima controffensiva anti woke è stata lanciata lo scorso 22 marzo dal deputato del Rassemblement national (Rn) Roger Chudeau. In una lettera inviata a tutti i parlamentari, senatori e eurodeputati di destra e sinistra che non hanno manifestato ambiguità verso il wokismo (tutti, tranne la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, il leader della gauche radicale, e i Verdi), Chudeau ha annunciato la creazione di un’associazione transpartitica contro il wokismo. «Signore e signori parlamentari, cari colleghi, mi prendo libertà di inviarvi questa lettera per allertarvi sul tema della crescente influenza esercitata sulla nostra società e sulle nostre istituzioni da una nuova offensiva ideologica: il wokismo», si legge nel documento.

L’inaugurazione di questa nuova associazione, a cui tutti i difensori dei valori repubblicani e coscienti del problema woke sono invitati a partecipare, si terrà il prossimo 12 aprile. «Il wokismo è fondamentalmente di essenza totalitaria, fatto che non può non suscitare la resistenza dei repubblicani e dei democratici attaccati ai princìpi della République e al rispetto della verità scientifica», scrive Chudeau, prima di aggiungere: «Dobbiamo reagire, denunciare e mettere fine a questo progetto nichilista». L’obiettivo del deputato Rn a breve-medio termine è quello di sottoporre al vaglio dell’Assemblea nazionale una proposta di legge contro le follie woke: in questo senso, ha appena scritto ai capigruppo dei vari partiti alla Camera bassa francese.

«Il woke è un’offensiva di natura settaria»

Nel testo-manifesto pubblicato il 22 marzo, e consultato dal Journal du dimanche, la futura associazione sottolinea i danni irreparabili che la diffusione capillare dell’ideologia woke potrebbe provocare alla società francese, sulla scia di quanto già accaduto nella società americana: «Il wokismo è un comunitarismo, e anche una forma di separatismo. È un’offensiva di natura settaria (il filosofo Jean-François Braunstein parla di “religione woke”), inaccessibile a qualsiasi dialogo contraddittorio e tentata dall’anatema, preludio alle violenze verbali, e in seguito fisiche». Il 12 aprile verrà comunicato l’organigramma dell’associazione, il cui obiettivo è quello di essere il più aggregante possibile, oltre le logiche di partito.

Tra le missioni: bloccare le sovvenzioni pubbliche alle organizzazioni apertamente wokiste; creare dei gruppi di vigilanza in tutti campi della vita pubblica in cui imperversa il wokismo, scuola, biblioteche, arti; lanciare una piattaforma internet di contronarrazione anti wokista. La diga parlamentare innalzata da Chudeau, ex ispettore generale dell’Éducation nationale e consigliere per la scuola del gollista François Fillon (primo ministro sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy), è soltanto l’ultima di una serie di iniziative che mostrano una Francia riottosa, che non accetta di piegarsi alle intimidazioni woke.

Il think tank di Blanquer e l’appello sul Point

L’ex ministro dell’Istruzione, Jean-Michel Blanquer, ha lanciato nell’ottobre del 2021 un think tank contro il virus wokista: Laboratoire de la République. «La Francia e la gioventù devono sfuggire a questa dottrina woke che frammenta e divide la società», spiegò Blanquer alla presentazione del laboratorio di idee. Secondo l’ex titolare dell’Éducation nationale, i giovani non possono essere portati ad «affrontare la vita sociale entrando in una competizione di risentimenti», in una «logica vittimistica a detrimento delle fondamenta democratiche della nostra società».

Sempre nel 2021, un gruppo di professori universitari preoccupati dall’avanzata del pensiero decoloniale, woke e anti occidentale negli atenei e nelle tesi di laurea dei loro studenti, hanno lanciato un appello sul Point per dare una scossa al mondo culturale e accademico francese. Sulla scia di quell’appello, hanno creato un osservatorio, l’Obsérvatoire du décolonialisme et des idéologies identitaires per stanare e denunciare tutte le derive woke che minacciano la Francia.

Foto Ansa

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