Francia, vescovi contro il reato di intralcio all’aborto sul web. «Fatto molto grave»

La Conferenza episcopale scrive a Hollande. «Bisogna necessariamente escludere ogni alternativa all’aborto per essere considerato un cittadino onesto?»

Articolo tratto dall’Osservatore romano – Ha scritto direttamente al presidente della Repubblica François Hollande l’arcivescovo di Marsiglia, Georges Pontier, presidente della Conferenza episcopale francese. Il motivo della lettera — datata 22 novembre — è la preoccupazione suscitata dall’iniziativa di un gruppo di deputati della maggioranza parlamentare che, il 12 ottobre scorso, hanno depositato una proposta di legge «relativa all’estensione del délit d’entrave all’interruzione volontaria di gravidanza». Tale proposta è tesa a condannare alcuni siti internet accusati di «indurre deliberatamente in errore, intimidire ed esercitare pressioni psicologiche o morali al fine di dissuadere dal ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza». In pratica tali siti creerebbero un ostacolo (entrave) alla libera scelta individuale. Il Governo ha stabilito la procedura accelerata per l’esame del provvedimento che dovrebbe essere discusso all’Assemblea nazionale il 1° dicembre.

Monsignor Pontier difende quei cittadini che, riuniti in associazioni, «hanno deciso di consacrare del loro tempo, soprattutto attraverso strumenti digitali, all’ascolto di donne esitanti o in difficoltà riguardo l’eventuale scelta di abortire. Essi compensano l’assenza di analoghi luoghi di ascolto e il loro successo prova che rispondono a un’aspettativa. Bisogna inquietarsene?», si chiede il presidente dell’episcopato, ricordando che «molte donne si rivolgono a questi siti dopo un aborto perché hanno bisogno di un luogo dove parlare di ciò che è stato vissuto. Altre perseverano nel loro progetto di abortire, altre ancora decidono invece di tenere il loro bambino». Questa diversità di espressione e comportamento «è resa possibile dallo spazio di libertà costituito da questi siti», la cui presenza «induce alla riflessione, ed è proprio ciò che gli viene rimproverato».

Secondo l’arcivescovo di Marsiglia, l’iniziativa parlamentare «mette in causa i fondamenti delle nostre libertà, in particolare della libertà di espressione che non può essere a più velocità a seconda degli argomenti. Bisognerebbe necessariamente escludere ogni alternativa all’aborto per essere considerato un cittadino onesto? Un minimo incoraggiamento a tenere il proprio figlio può essere qualificato “pressione psicologica e morale?”», si chiede Pontier. Il quale conclude: «La proposta di creare un “reato di ostacolo via internet” all’interruzione volontaria di gravidanza contribuirebbe a rendere quest’atto sempre meno “volontario”, vale a dire sempre meno libero». Tale limitazione della libertà di espressione su internet sarebbe «ancora più grave in quanto tocca questioni legate alla libertà di coscienza». Si tratterebbe di un «gravissimo attentato ai principi della democrazia».

Venerdì scorso è intervenuto sull’argomento anche il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, che nella sua intervista settimanale a «Radio Notre-Dame» ha definito tale proposta «molto grave», aggiungendo che «è chiaro che l’obiettivo è di promuovere l’aborto come esito normale di una gravidanza».

Foto Ansa

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