L’attentatore del professore sgozzato in Francia non era da solo

Il Parisien svela i legami dell'assassino, il ventenne jihadista ceceno Mohammed Mogouchkov, con un detenuto radicalizzato che progettava attentati. E i servizi francesi sapevano che era pericoloso

Polizia fuori dal liceo di Arras in cui venerdì è stato ucciso un professore (foto Ansa)

Parigi. C’è una svolta nelle indagini sull’attacco terroristico perpetrato dal ventenne ceceno Mohammed Mogouchkov, che venerdì mattina, al grido di “Allah Akbar”, ha sgozzato Dominique Bernard, un professore di francese, nella sua ex scuola, il Lycée Gambetta-Carnot di Arras, nel nord della Francia. Secondo quanto rivelato dal Parisien, il giovane islamista potrebbe infatti essere stato aizzato e guidato dal carcere da un detenuto radicalizzato, Maxime C., detto “Hamza Bilal”. Mogouchkov, che non ha ancora esternato agli inquirenti le motivazioni del suo gesto, conversava insistentemente negli ultimi tempi con questo 32enne, incarcerato al centro penitenziario di Moulins-Yzeure da undici anni.

Chi era il mentore religioso dell’attentatore

Nato a Perpignan, Maxime C. si è convertito all’islam durante l’adolescenza e si sarebbe radicalizzato tra il 2015, l’anno degli attentati di Charlie Hebdo e del Bataclan, e il 2016, a contatto con altri detenuti islamisti nella prigione di Tolone (sud della Francia). Noto per il suo proselitismo intenso in favore del jihad armato, Maxime C. era un sorvegliato speciale: appelli alla preghiera collettiva in carcere, minacce di “fucilare” i secondini o di farli pedinare all’uscita dall’istituto penitenziario. E nel 2017, nella sua cellula, spuntano anche due chiavette Usb contenenti immagini di propaganda dello Stato islamico, una foto di Bin Laden e due magliette con scritto “Pour l’amour d’Allah et de l’État islamique” e “Bank of Palestine”.

In carcere, “Hamza Bilal” è diventato secondo gli inquirenti il “mentore religioso” di un gruppo di detenuti e il fomentatore di progetti di attentati all’esterno. Come quello di Arras, secondo gli inquirenti. Insomma, Mohammed Mogouchkov sembra non essere un “lupo solitario”, ma parte di una tentacolare galassia jihadista in cui figurano numerosi individui implicati in piani di attacchi terroristici. Come lo stesso fratello di Mohammed, Movsar Mogouchkov.

Così lo sgozzatore di Arras si è radicalizzato

Nel dicembre del 2016, quest’ultimo appare nei radar dell’intelligence dopo una segnalazione del suo istituto per alcune frasi pronunciate in classe che giustificavano gli attentati di Charlie Hebdo, perché i vignettisti «hanno insultato l’islam». Nel 2019, a 17 anni, Movsar viene arrestato a Strasburgo dalla Dgsi, i servizi segreti interni francesi, perché fa parte di una cellula di cinque islamisti radicali vicini all’Isis che progettano di uccidere dei poliziotti, in particolare quelli in servizio davanti all’Eliseo. Movsar e Maxime C. fanno parte delle undici persone, compreso l’attentatore, attualmente in stato di fermo e interrogate dagli agenti dell’antiterrorismo.

Il Figaro, in un reportage nel quartiere dove viveva l’aggressore, ha raccontato il sordido quotidiano della famiglia Mogouchkov, con un padre violento abituato a picchiare la moglie e a frequentare assiduamente i siti islamisti. La famiglia, nel 2014, è stata oggetto di una procedura di espulsione, che è stata però bloccata su pressione di alcune associazioni pro migranti e dalle sinistre locali. Nato nel 2003 in Inguscezia, piccola repubblica della Russia, Mohammed Mogouchkov è sbarcato in Francia con genitori e fratelli nel 2008.

Nel 2021 aveva presentato una domanda di riesame della sua richiesta d’asilo, che è stata respinta dall’Ufficio francese di protezione dei rifugiati e degli apolidi (Ofpra). Un ulteriore ricorso era stato fatto dall’attentatore nell’agosto del 2022 presso la Corte nazionale del diritto d’asilo: ma anch’esso si è rivelato infruttuoso. Il giovane ceceno, tuttavia, non poteva espulso in ragione della protezione assoluta contro l’allontanamento dal territorio di cui beneficiava per via della sua entrata in Francia prima dell’età di 13 anni. La sua spirale di violenza, invece, poteva essere bloccata.

I servizi sapevano che Mogouchkov era pericoloso

Dal 2021, Mohammed Mogouchkov figurava nel registro degli schedati “S”, la lettera con cui i servizi segreti francesi marchiano gli individui considerati pericolosi per la sicurezza dello Stato. La sua radicalizzazione era stata segnalata proprio dal liceo Gambetta-Arras, in cui ha fatto i suoi studi, e un controllo era stato fatto persino alla vigilia del dramma. Il fatto che fosse uno schedato “S”, come molti altri che prima di lui hanno colpito la Francia, sta suscitando grandi polemiche.

L’imam franco-tunisino Hassen Chalghoumi, grande promotore del dialogo interreligioso in Francia, invoca la fermezza: «Bisogna espellere tutti gli schedati ‘S’ che non sono francesi». Intanto la famiglia e gli ex colleghi di Dominique Bernard, l’insegnante ucciso barbaramente davanti ai suoi studenti mentre cercava di fermare l’attentatore, ricordano un uomo «brillante», «erudito», che «parlava francese con maniere di un’altra epoca», e che all’insegnamento della letteratura e dei valori repubblicani aveva consacrato la sua vita.

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