Francia. Estremisti attaccano Asia Bibi: «Non accogliamo chi odia l’islam»

La madre cattolica, perseguitata per la sua fede in Pakistan, ha chiesto asilo politico in Francia, dove ha incontrato Macron. Ma gli islamisti la attaccano già

Asia Bibi ha chiesto asilo politico in Francia, ma la scelta potrebbe non essere delle migliori. La madre cattolica, assolta dopo quasi dieci anni di carcere da false accuse di blasfemia in Pakistan, ha ottenuto la possibilità di vivere in Canada per un anno e vorrebbe stabilirsi in uno dei paesi che più di tutti ha fatto per garantire la sua liberazione. Per quanto comprensibile, l’alto numero di fondamentalisti islamici presenti in Francia non ne fa un luogo molto sicuro per lei.

IL TWEET VERGOGNOSO DEL «MUSULMANO NORMALE»

Emblematico, a proposito, l’incredibile tweet postato in Francia da Idriss Sihamedi il 29 febbraio: «Una pakistana che vive in Canada ASSOLTA in Pakistan per “blasfemia” viene ricevuta dal presidente Emmanuel Macron che le offre “l’asilo politico” come per ringraziarla del suo odio verso l’islam. La Francia detesta PROFONDAMENTE l’islam». In un altro tweet, ancora più vergognoso, ha aggiunto che la Francia «accoglie chi insulta l’islam».

Sihamedi, presidente della Ong musulmana BarakaCity che offre aiuto umanitario in molte aree del mondo, è un personaggio sulfureo che ha fatto scalpore in Francia nel 2016. Il 24 gennaio, mentre il paese era ancora sotto shock per l’attentato del novembre 2015 al Bataclan, Sihamedi si è rifiutato di condannare chiaramente lo Stato islamico e le sue stragi durante la trasmissione Supplément su Canal +. Sihamedi si presenta come un «musulmano normale, ortodosso», che non si riconosce nell’appellativo «salafita», ma che al posto dell’Isis, ha preferito «condannare tutti gli abusi commessi dai gruppi armati, dai governi, dalle giunte». Nel 2014 Sihamedi era finito nella lista delle persone controllate dai servizi segreti, che hanno perquisito due volte i locali della sua associazione senza mai però rinvenire niente di anomalo. Certo, alcune sue dichiarazioni non hanno lasciato tranquillo il pubblico francese: «Io non stringo la mano alle donne».

SONO GLI ISLAMISTI CHE ODIANO ASIA BIBI

È questo dunque il personaggio che è riuscito in un tweet ignobile a ribaltare la realtà. Asia Bibi è stata perseguitata dai musulmani del suo villaggio e del suo paese, ha dovuto passare oltre nove anni di carcere lontana dalla sua famiglia e con una condanna a morte che le pendeva sul capo solo per aver bevuto un bicchiere d’acqua. È stata picchiata, insultata, minacciata dai musulmani solo perché cattolica. E ha vissuto il calvario di una detenzione così lunga solo perché in primo grado si è rifiutata di convertirsi all’islam, come il giudice le aveva chiesto di fare in cambio dell’assoluzione. Infine, Asia Bibi ha dovuto abbandonare il suo paese, non può più vedere alcuni suoi figli (rimasti in Pakistan) né suo padre perché migliaia di estremisti islamici vogliono la sua testa.

Come può Sihamedi affermare che Asia Bibi odia l’islam, quando invece è evidente l’opposto, davanti alle parole che la donna ha pronunciato a tutte le testate francesi, e cioè che lei ha già perdonato chi le ha fatto del male? Come può Sihamedi affermare che accogliere e ricevere una perseguitata del suo calibro equivale a «detestare PROFONDAMENTE l’islam»?

Il presidente della Ong BarakaCity farebbe meglio, oltretutto, a studiare le carte del processo e a leggere la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte suprema del Pakistan prima di parlare. Sono gli stessi giudici musulmani ad aver spiegato come ad essere «blasfeme fossero le accuse contro Asia Bibi». E come quel processo fosse stato un’enorme parodia di quello che l’islam professa. Oltretutto, la stragrande maggioranza dei «musulmani normali» ha difeso Asia Bibi in Pakistan, a dispetto di una minoranza di estremisti che ne ha invocato in piazza l’impiccagione. Sihamedi dovrebbe fare attenzione alle persone a fianco delle quali si schiera.

L’ITALIA OFFRA ASILO POLITICO

La Francia è il paese da dove la giornalista Anne-Isabelle Tollet, coautrice del libro di Asia Bibi Enfin Libre!, ha lanciato una campagna internazionale in sua difesa. È il paese la cui capitale, Parigi, le ha offerto la cittadinanza onoraria nel bel mezzo della bufera. È il paese il cui presidente della Repubblica, Macron, ha coraggiosamente accettato di incontrarla. Però è anche un paese dove purtroppo vivono molti jihadisti e fondamentalisti islamici. Ecco perché Asia Bibi dovrebbe stare attenta. Viene da chiedersi poi anche quali alternative abbia: altri paesi dell’Unione Europea le hanno offerto l’asilo politico? L’Italia dovrebbe pensarci.

@LeoneGrotti

Foto Ansa

Exit mobile version