Fotografia – Nemmeno la nebbia fa di Milano una città grigia e fredda

Come si può ancora storcere il naso quando si parla di Milano? Perchè la capitale del design, dell’arte, della moda, dell’economia, del business, dell’editoria, prossima ad accogliere quell’evento di portata internazionale che è l’EXPO 2015, deve ancora essere etichettata come fredda e grigia? Bisognerebbe imparare a memoria le parole con cui Raffaella Rietmann e Michele Tranquillini la descrivono nel libro Un giorno a Milano: <<Non è vero che sono brutta. Non è vero che sopra di me c’è sempre la nebbia. Non è vero che sono fredda e penso solo ai soldi. [..] Per chi mi avete preso? Io sono Milano. E sono una bella signora>>. Una bella signora che da sempre accoglie migliaia di persone, sotto l’ala protettiva di quella “Madunina” che dall’alto del Duomo ha visto cambiamenti e trasformazioni che hanno reso la capitale meneghina forse la più europea delle città italiane. Ma come era Milano cent’anni fa, agli inizi di quel secolo che ancora ci appartiene ma che ha visto i cambiamenti più radicali?

Ce lo raccontano gli scatti di Arnaldo Chierichetti (1887 – 1975), uno dei primi fotoreporter milanesi che con la sua macchina fotografica ha immortalato la vita quotidiana e i mutamenti del capoluogo lombardo. Esposte fino al prossimo 13 febbraio presso il settecentesco Palazzo Morando, all’interno della retrospettiva intitolata Milano tra le due guerre. Alla scoperta della città dei Navigli attraverso le fotografie di Arnaldo Chierichetti, sono 140 le immagini in bianco e nero del fotografo, famoso già all’epoca per il suo negozio di ottica in Porta Romana, che hanno fissato per sempre, nelle nostre spesso malinconiche memorie, quegli scorci e quelle eleganti architetture, dalla darsena di Corso Ticinese, a Zara, a Corso Italia. Alcune sono sopravvissute, altre sono state inesorabilmente cancellate.

@ARTempi_

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