Forse Tripadvisor ha trovato una soluzione contro il bombardamento di recensioni farlocche

Quando la libertà sconfina nell’anarchia, è sempre il caso di farsi qualche domanda. Forse questi interrogativi se li sono posti gli editori di TripAdvisor, il notissimo portale turistico che consente a chiunque di scrivere recensioni e valutazioni su alberghi, ristoranti, locali e siti d’interesse.

La notizia è semplice: TripAdvisor, o almeno la sua filiale italiana, ha stretto un legame editoriale e di obiettivi con MyTable.it. Quest’ultimo non è nient’altro che il primo servizio italiano di prenotazione online di ristoranti, con oltre 3.000 tavole aderenti. TripAdvisor che farà? Semplicemente, nelle pagine di ogni ristorante censito metterà un link per consentire la prenotazione attraverso MyTable. Tutto qui? No: la cosa più importante è un’altra. TripAdvisor alimenterà una soluzione di raccolta recensioni per gli utenti di MyTable.it: sarà basata sull’invio automatico di una email ai clienti che hanno effettuato una prenotazione tramite MyTable.it. Il cliente riceverà dunque un messaggio da MyTable.it, in cui gli sarà richiesto di scrivere una recensione del ristorante e le recensioni raccolte in questa modalità saranno poi pubblicate da TripAdvisor e da MyTable.it.

Voi direte: embè? Che cambia? Le recensioni ci sono comunque.

Nossignori: cambia, eccome se cambia. Le recensioni inviate in questo modo saranno giocoforza scritte da persone che nei ristoranti ci sono state veramente. Precisazione oziosa? Per nulla, a giudicare da quello che ogni giorno si legge su TripAdvisor. Ristoranti che si vedono stroncati con elencazione di piatti mai apparsi in carta. Locali che si vedono affibbiare il punteggio minimo perché, testualmente, il recensore non ha potuto mangiarci avendo trovato tutto pieno. Schizzi di fango scritti da colleghi nelle sembianze di clienti. E, soprattutto, recensioni scritte a pagamento.

Il metodo è stato documentato perfino da telecamere nascoste: ci sono personaggi che si presentano in un ristorante e, dietro modico compenso, offrono un intero pacchetto di recensioni positive, scritte in modo credibile da pseudo-clienti registrati su TripAdvisor.

Ecco dove porta la sbandierata, totale libertà di scrivere senza pensieri, l’anarchismo critico: porta, ironia della sorte, a sistemi capitalistici e trucchetti affaristici di bassa lega, a base di soldoni sonanti. E il lettore, che magari legge e crede davvero alle recensioni? Chi se ne frega, quello che conta è il business.

E quindi, francamente, salutiamo con piacere questa partnership editoriale tra il comparto italiano di TripAdvisor e MyTable.it: almeno, quando qualcuno scriverà, si dovrà sentire in dovere di giudicare davvero quel che ha mangiato, e non pranzi virtuali e cene fantasma.

@FarinaTommaso

Exit mobile version