E una facoltà che si chiama “scienze politiche” dovrebbe affidarsi a Letta?

Il segretario uscente del Pd Enrico Letta (foto Ansa)

Su Open si scrive: «Durante il dibattito sulla fiducia in Senato ieri è andato in scena uno scontro tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il senatore del Movimento 5 stelle Roberto Scarpinato. L’intervento di Scarpinato ha puntato il dito su mafia e neofascismo».

Come al solito Scarpinato si è esibito in un’analisi distorcente della realtà, si consideri solo come uno dei principali nemici della mafia sia stato Paolo Borsellino, già esponente di primo piano del Fuan (gli universitari del Msi). Però, nonostante tutto, va segnalato un elemento positivo: questa volta l’ex pm fa politica grazie al voto degli elettori e non grazie al suo potere di magistrato.

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Su Dagospia si scrive: «Per lui non resta che il buen retiro parigino: vorrebbe tornare a fare il preside della scuola Affari internazionali dell’università Sciences Po».

Dagospia infierisce su Lettino che vorrebbe tornare a Parigi ma trova resistenze da parte delle autorità accademiche che lo dovrebbero accogliere. In effetti è difficile negare come vi sia una qualche contraddizione tra le qualità recentemente esibite dall’uscente segretario del Pd e una facoltà che si chiama “Sciences Po”.

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Su Huffington Post Italia Angela Mauro scrive: «Ci sono due grandi scommesse su cui si poggia l’avventura di governo di Giorgia Meloni a livello europeo. La prima sono le elezioni in Spagna dell’anno prossimo: gli ultimi sondaggi assegnano la vittoria alla coalizione di centrodestra formata dai popolari, il partito moderato del Ppe e Vox, partito di destra alleato di Fratelli d’Italia nella famiglia dei Conservatori e riformisti».

La Mauro scrive che la Meloni al fondo vorrebbe destrutturare l’Europa. Il (o “la” per far contenta Laura Boldrini) presidente del Consiglio vorrebbe destrutturare l’Europa più di Olaf Scholz che vende un terzo del porto di Amburgo alla cinese Cosco?

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Sulla Zuppa di Porro Corrado Ocone scrive: «Che sia la destra la vera forza “inclusiva”, Meloni lo ha dimostrato anche nella costruzione del suo pantheon femminile, inserendo nomi di donne politicamente schierate a sinistra e affiancandole ad altre più di destra. Avrebbe qualcuno, a sinistra, saputo o voluto fare altrettanto?».

Parafrasando in qualche modo Giuseppe Stalin quando diceva che i comunisti dovevano raccogliere la bandiera nazionale lasciata cadere nel fango dalla borghesia, Ocone sembra sostenere che la Meloni inviti i conservatori a raccogliere le battaglie di uguaglianza e solidarietà lasciate cadere nel fango dalla sinistra.

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