Esplode centrale nucleare, sindaco non dà l’allarme: «Esagerato» – RS

Esplode un forno della centrale nucleare di Marcoule, in Francia, a 250 km dal confine italiano, causando un morto e quattro feriti. Il mondo intero si allarma, tranne gli abitanti del paesino vicino alla centrale: «Meglio la centrale che la disoccupazione, è forse un pericolo ma certamente un'ooportunità». Il sindaco non dà neanche l'allarme. Nessun pericolo radioattivo

Ieri a Marcoule, Francia, 242 km da Ventimiglia, 257 da Torino e 341 da Genova, è scoppiato un forno di un impianto nucleare che tratta e smaltisce materiali a bassa radioattività. Nell’incidente un operaio è morto, uno è in condizioni gravissime, altri tre feriti più lievemente. Tutti hanno gridato alla nuova Fukushima, tranne gli abitanti più vicini, i 700 cittadini di Codolet, dove il sindaco non ha dato nemmeno l’allarme.

“Il villaggio è talmente tipico da sembrare finto. (…) Tutti si conoscono, tutti si salutano per la strada e tutti sono convinti che la centrale è forse un pericolo, ma certamente un’opportunità. In effetti qui le possibilità di lavoro sono due: o il nucleare o le vigne. Così ieri mattina, da bravo amministratore, il sindaco, Serge Boissin, si è affrettato a mettere le mani avanti, dicendo che non c’è pericolo e che qui nessuno è contrario al nucleare. Insomma, nessuno tocchi la centrale” (Stampa, p. 3).

“Il sindaco non ha nemmeno fatto suonare le sirene comunali, che pure ci sono. Chi a Codolet ha sentito quelle della centrale ha creduto che fosse l’allarme per il Rodano, che in effetti scorre a due passi, e si è molto stupito perché il grande fiume non è affatto in piena. (…) Qualcuno, però, è andato a fare incetta di bottiglie d’acqua nell’unica bottega di alimentari, quella di Chantal e Alain Bendicto: «E già, ci hanno avvisati: in caso di allarme, dobbiamo restare chiusi in casa e non bere l’acqua del rubinetto. Ah, e dobbiamo inghiottire le pastiglie di iodio, ma le nostre per la verità sono scadute da un pezzo e in paese non c’è la farmacia, quindi in realtà non le ha nessuno». Anche voi favorevoli alla centrale? «Se l’alternativa è la disoccupazione, sì. Certo, sarebbe meglio l’eolico»” (Stampa, p. 3).

“Ecco, Codolet è così. Mentre il resto del mondo si angoscia, qui la centrale è un mostro buono, magari pericoloso ma alla fine innocuo: «Non è il Giappone, via – conclude Jean-Yves Caporale (molta gente ha cognomi italiani, questa è terra di emigrazione) -. E poi, chiudiamo pure la centrale di Marcoule. Ma a pochi chilometri c’è quella di Pierrelatte, e siamo daccapo».

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