Bonaccini, scusa, ma perché ti opponi all’emergenza migranti?

Nel 2011, quando fu proclamato lo stato di emergenza, l’Emilia-Romagna anticipò un milione di euro per i primi 500 arrivi. Ora siamo già a 2.813: perché il governatore protesta?

Migranti, la decisione della Regione di opporsi all’emergenza è solo una presa di posizione politica.

Con l’unico precedente di stato di emergenza migranti nel 2011, con il Governo Berlusconi, l’Emilia-Romagna anticipò un milione di risorse per i primi 500 arrivi e si fece “portavoce” nazionale dell’accoglienza. Allora gli arrivi totali previsti erano 3.700 per tutta l’emergenza, da gennaio 2023 ad oggi sono arrivati in Emilia-Romagna già 2.813 profughi. Numeri destinati a salire velocemente.

Oggi qual è il discrimine di quest’emergenza?

Il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, in merito alla questione dello stato di emergenza sui migranti parla di “disputa ideologica da parte del Governo”. Bene, chiedo allo stesso presidente e alla sua Giunta, all’assessorato di Igor Taruffi perché si oppongono così a gran voce allo stato di emergenza se non per una mera presa di posizione politica, loro.

E lo dico perché lo dicono i fatti: è la primavera del 2011, siamo in piena emergenza profughi Nord Africa, situazione ancora più complessa legata al conflitto nel territorio libico, è l’unico precedente – al netto di quello dello scorso anno per i profughi ucraini – in cui con il governo, allora Governo Berlusconi, si prevede un piano di equa distribuzione nelle regioni dei profughi e opera un commissario, Franco Gabrielli.

Il presidente della Regione, allora era Vasco Errani. È l’11 aprile 2011 e l’Emilia-Romagna, la nostra accogliente regione, in attesa di 500 migranti decide addirittura di anticipare un milione di euro per l’accoglienza dei profughi, allora erano previsti 3.700 per la durata dell’emergenza, e «per far fronte il prima possibile alle spese per l’accoglienza la Regione metterà – si legge in una nota di allora – a disposizione la cifra di un milione di euro, attraverso il fondo della Protezione Civile in attesa dei finanziamenti statali previsti».

E di pari passo è stata diramata una direttiva regionale sanitaria per tutto il supporto, anche psicologico ai profughi.

Un milione di euro anticipati per l’arrivo di 500 migranti nel 2011, oggi dal primo gennaio 2023 i profughi arrivati in Emilia-Romagna, sia da sbarchi che da tratte via terra, sono già 2.813, con una media di 800 arrivi al mese. Cifre di gran lunga maggiori rispetto all’altro stato di emergenza del 2011. Il 23,3% dei profughi proviene dalla Costa d’Avorio, a seguire il 14,6% dal Pakistan, il 10,8% dalla Guinea e il 7,6% dalla Tunisia per citarne alcuni.

Qual è il discrimine di quest’emergenza? Perché opporsi al Commissario?

Non regge neanche la storiella narrata per cui i territori, gli amministratori, non avrebbero potere decisionale. L’ordinanza parla chiaro e come in passato, come è sempre stato, anche con l’accoglienza triennale di Mare Nostrum, la Regione ha avuto e avrà un ruolo fondamentale: è individuato come soggetto attuatore.
In via del tutto eccezionale la Regione ha delegato i comuni per l’emergenza Ucraina.

Gli arrivi sono triplicati, se non quadruplicati, lo dice lo stesso presidente della Regione. Quindi che si fa? Come si accoglierà se non con una mobilità delle risorse e accelerazione delle procedure per aumentare i posti in accoglienza come previsto dallo stato di emergenza. Ricordo anche la possibilità degli affidamenti diretti. E queste persone, perché di persone parliamo, che arriveranno andranno accolte, comunque. Come pensano di farlo, con quali risorse, seppure statali?

Opporsi allo stato di emergenza equivale a stressare maggiormente un sistema di accoglienza ordinario già messo a dura prova, perché ricordo che riguarda la prima accoglienza, in nessun modo si toccano prezzi e modus operandi del sistema di accoglienza integrato (SAI).

Credo che non sia giusto in questo momento così delicato opporsi solo per una presa di posizione politica.
Questa regione ha sempre avuto un ruolo cruciale, e lo dice la storia, lo raccontano le vite delle persone accolte negli anni, nell’accoglienza e deve continuare a farlo. Non può nascondersi adesso dietro agli spot elettorali urlando contro il Governo. Bisogna agire e farlo subito. E non bisogna tralasciare il dopo. Perché queste persone saranno parte del nostro territorio, saranno anche la nostra comunità.

Valentina Castaldini è Consigliere regionale e capogruppo Forza Italia Emilia-Romagna, coordinatore delle commissioni Pnrr

Exit mobile version