Elezioni regionali: meglio il centrodestra

Centrosinistra e grillini rimangono giustizialisti e statalisti. Il centrodestra è più attento ai temi di fondo della sussidiarietà

Il 20/21 settembre si terranno le elezioni per il rinnovo di 7 Consigli Regionali. Le elezioni, previste nella primavera scorsa e rinviate per l’emergenza sanitaria, cadono in piena emergenza economica e rivestono, oltre ai significati locali, anche un certo peso politico nazionale.

In tutte le Regioni (tralasciando la Valle d’Aosta che ha un sistema elettorale specifico) il centrodestra si presenta unito, potendo vantare la positiva considerazione dell’operato svolto dai suoi due candidati uscenti: Giovanni Toti in Liguria e Luca Zaia, al suo eventuale terzo mandato, in Veneto.

Il centrosinistra ha concluso, invece, l’alleanza con i 5S solo in Liguria, mentre in alcune Regioni ( Puglia e Veneto) si presenta diviso, con Italia Viva che si presenta da sola; fra i governatori uscenti si ricandidano per il secondo mandato Michele Emiliano in Puglia e Vincenzo De Luca in Campania.

La complessa esperienza degli ultimi mesi ha evidenziato l’importanza delle Regioni e, al contempo, i limiti di un processo di autonomia e federalismo ancora incompiuti e – purtroppo – osteggiati dalla gran parte delle forze oggi al Governo. Di vera autonomia, quale possibilità e modello di sviluppo per tutto il Paese, e quindi sussidiarietà (a tutti i livelli) c’è oggi più che mai bisogno, nella consapevolezza che solo la forza della società e la valorizzazione dei corpi e delle comunità intermedie possono assicurare la ripresa di un paese boccheggiante e asfissiato da burocrazia e giustizialismo oggi imperanti.

Come è stato anche recentemente ricordato non basta più la politica dei bonus e degli interventi a pioggia; piuttosto bisogna cogliere l’occasione delle risorse messe a diposizione dall’Europa per interventi strategici, infrastrutturali e non solo, con azioni mirate e condivise, capaci di rispondere alle esigenze dei territori. Per questo è fondamentale il contributo delle Regioni, superando le diffidenze e il recente ritorno a un centralismo, che non si è mai dimostrato migliore dei governi locali.

Altri temi essenziali sono quelli dell’istruzione – confusamente gestita dall’attuale governo – della famiglia – su cui si vede qualche tenue apertura, condivisa fra quasi tutte le forze politiche, con l’approvazione del family act – e della vita, sempre trascurata nel suo significato e positività, come dall’ultimo intervento sull’uso domiciliare della pillola abortiva. Su tutti questi temi le proposte e le esperienze politiche degli schieramenti in campo si dividono e si differenziano, anche nettamente. Occorre fare una scelta.

Noi siamo per un sostegno ai candidati del centrodestra, sia per la buona amministrazione generalmente assicurata (come in Liguria e Veneto), sia per una maggior attenzione ai temi di fondo della sussidiarietà, della libertà economica e di pensiero, del valore insostituibile di ogni persona dalla nascita alla morte.

Al di là della stima per singoli esponenti e amministratori locali, non apprezziamo, invece, l’impostazione statalista e il giustizialismo propri della gran parte delle forze politiche di centrosinistra e ancor di più dei 5S, che, con molti dei più recenti provvedimenti governativi, si condannano all’inefficacia, mettendo in grave rischio l’intero paese. Non permettiamo che le istanze dei territori e delle comunità vengano con troppa facilità ignorate. Sosteniamo una riscossa della politica, che per essere più vera deve partire dal basso, con una rappresentanza forte perché verificata.

Tratto da Associazione Esserci – Foto Ansa

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