Ebola, continua l’emergenza. Nella speranza che si trovi un vaccino

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: "Per l'Italia nessun pericolo di contagio. I nostri aeroporti sono attrezzati per eventuali quarantene"

L’Ebola fa sempre più paura, i morti salgono e la ricerca di un vaccino è ancora lontana. Secono il bollettino dell’Organizzazione mondiale della sanità, del 27 luglio, siamo a 1201 contagiati, e 672 morti, nei tre paesi dell’Africa nei quali si è sviluppata l’epidemia, Liberia, Sierra Leone e Nuova Guinea. La paura più grande è che il contagio si estenda anche ai Paesi limitrofi.

QUARANTENA. Gli aeroporti mondiali per il momento sono sotto controllo, perché in ognuno di loro è attivo un servizio serratissimo di monitoraggio dei passeggeri con possibili sintomi sospetti. Nei giorni scorsi è stato fermato un passeggero americano di origine liberiane in volo dalla Liberia a Lagos, poi ricoverato in un ospedale, che è stato messo in quarantena interamente. Per il momento l’Oms non ha diramato restrizioni di voli.

ITALIA AL SICURO. Peter Piot, lo scopritore del virus nel 1976, si dice fiducioso: “Ebola è un virus molto aggressivo, ma in teoria è facile da contenere. Per infettarsi occorre entrare in contatto con liquidi corporei dell’ammalato. Il solo trovarsi nello stesso luogo di un contagiato non comporta di per sé un rischio”. Il ministro della salute Beatrice Lorenzin dice che l’Italia non ha nulla da temere: “In Italia il pericolo non c’è. Il livello di allerta è già alto fin dal principio dell’epidemia. Negli aeroporti e nei luoghi di transito sono già effettuate visite mediche nei casi ritenuti necessari”.

 

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