Ebola. Aumentano i casi del virus che «appare e scompare. Ma ci vorranno mesi perché il contagio si estingua»

L'infettivologo Paolo Bonfanti spiega a tempi.it la nuova epidemia che in Africa ha raggiunto i 900 casi con 539 decessi. «Non sembra esserci un solo focolaio, bensì più focolai in diverse nazioni»

«Ebola è un virus fatale e rapidissimo. Dà luogo a una malattia emorragica così veloce che, anche se in linea teorica può uscire dall’Africa, è difficile che questo avvenga attraverso flussi migratori via mare». Lo dice a tempi.it, Paolo Bonfanti, direttore del reparto Malattie infettive dell’Ospedale di Lecco.
Mentre l’Europa rimane virtualmente al sicuro, in tre nazioni africane (Guinea, Liberia e Sierra Leone) l’epidemia di Ebola non sembra volersi arrestare. Tra il 6 e l’8 luglio ci sono stati 44 nuovi casi di febbre emorragica provocata dal virus, con 21 decessi. Le località colpite sono 60. Il totale dei casi segnalati dallo scoppio dell’epidemia è arrivato a quota 900, con 539 decessi. Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità il virus ha un tasso di mortalità del 90 per cento.

Professor Bonfanti, Medici senza frontiere dice che «la situazione è fuori controllo». L’epidemia non sembra fermarsi. Quanto sono aumentate le probabilità che si espanda ulteriormente?
Dipende dagli interventi messi in campo per arrestare il contagio. Il virus si trasmette da uomo a uomo con il contatto diretto con i malati o con i cadaveri. Quindi, per ora, l’unica cosa che si può fare e isolare le zone colpite dall’epidemia. Comunque, ribadisco: anche se è possibile, è molto improbabile che Ebola esca dal continente africano. Il virus agisce troppo in fretta. Se una persona si ammala, mentre è in viaggio verso il mediterraneo via mare, muore o guarisce prima di arrivare in Europa. L’unica possibilità è che arrivi con un viaggio rapido, in aereo.

È scattato il piano dell’Oms e il controllo in tutti gli aeroporti del mondo per i voli provenienti da questi paesi. Nonostante la quarantena, l’epidemia però continua a espandersi nelle nazioni africane colpite. Perché?
Si tratta del più alto numero di casi finora verificatisi da quando il virus è stato scoperto negli anni ’70, ma questo si deve al fatto che non sembra esserci un solo focolaio, bensì più focolai in diverse nazioni. Questa è una situazione nuova. Il virus negli anni passati aveva colpito sempre un villaggio isolato. Quando scattava la quarantena, chi si ammalava moriva o sopravviveva e il virus scompariva di nuovo. Oggi invece è presente in diverse zone. Però non sappiamo se si tratti dello stesso ceppo o di ceppi diversi.

Da dove arriva questo virus? Perché scompare e riappare a intermittenza negli anni?
Ebola è quasi sicuramente endemico in Africa. Nell’uomo non può sopravvivere, visto che lo uccide. Dunque ci deve essere un animale che vive in Africa e che fa da serbatoio al virus. Probabilmente è un animale selvatico che ha contatti rari con l’uomo. Per questo Ebola compare e scompare. Quando l’ospite animale entra in contatto stretto con l’uomo – cosa che non avviene frequentemente – può scattare il contagio. Oggi si ritiene che il serbatoio di Ebola siano alcune specie di pipistrelli.

Un contagio da animale a uomo?
È abituale che succeda. Come per la Sars, l’influenza aviaria. Nel caso di Ebola, purtroppo, non essendoci una cura, l’unica soluzione possibile è cercare di contenerlo. Quanto durerà l’epidemia dipenderà dalle misure di contenimento messe in atto dall’Oms e dalle capacità di applicarle in quei paesi. Visto il numero di contagi, ci metterà di più delle altre volte a estinguersi. Si parla di mesi.

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