È dura, ogni mattina, raggiungere l’università anziché la miniera

I giornali sono pieni di storie di ragazzi che si lamentano del "caro affitti" delle città. Un problema reale trasformato in lagnoso peana, con esiti tra il comico e il grottesco

«Il destino degli uomini è infinita fatica» diceva la Rocca dei Cori di Eliot. E ancora non aveva letto i giornali sul "caro affitti" a Milano. Un problema che c'è, inutile negarlo, ma che è presentato in maniera così retorica da sfondare le barriere del grottesco per affondare nel comico.

Ieri, ad esempio, il Corriere ci proponeva la triste storia di Alice, 20 anni, «che ha passato la sua prima notte in tenda». Alice, lei tapina, abita a Seregno, in Brianza, e voleva trasferirsi a Milano, essendo addirittura disposta a dividere la stanza con un'amica. Niente da fare, prezzi troppo alti, ahimè: «Per questo essere qui – ha detto al Corriere mentre picchettava i paletti della tenda di fronte all'università – è la battaglia di tutti».

Di tutti. Tutti chi? Di tutti quelli che abitano a Seregno, cioè a 25 chilometri da Milano e che possono raggiungere la città in mezz'ora? Anche meno, riuscendo a salire sul treno (comodo, pulito, spazioso) che arriva dalla Svizzera e ferma s...

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