De Girolamo è vittima di intercettazioni abusive e non è indagata. Perché dovrebbe dimettersi?

I pm scagionano il ministro dell'Agricoltura, ma politici e media insistono: «Dovrebbe andarsene». L'accusatore Felice Pisapia è agli arresti domiciliari per truffa e peculato ai danni dello Stato

«Nunzia De Girolamo non è indagata». Lo ha ribadito più volte la Procura di Benevento, in questi giorni. Il ministro delle politiche Agricole non ha commesso alcun reato, tuttavia, come già era successo per il ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, finita nel mirino dei media nel caso Ligresti, le smentite dei magistrati non bastano a frenare le richieste di dimissioni e di chiarimenti che arrivano da più parti. Anche il Partito Democratico non si è tirato indietro ed è pronto a sfiduciare De Girolamo. Il ministro è «in una condizione molto difficile e credo che dovrebbe andarsene», ha detto ieri il deputato Sandro Gozi.

DIMISSIONI. Secondo gli accusatori, le dimissioni del ministro sarebbero giustificate dalle presunte pressioni politiche nei confronti di alcuni funzionari pubblici di Benevento, che emergerebbero dalle intercettazioni abusive del 2012 condotte da Felice Pisapia, un ex direttore amministrativo della Asl locale attualmente indagato per truffa e peculato ai danni dello Stato. I media ne hanno dato in questi giorni notizia, pubblicando il verbale di un interrogatorio di Pisapia (coperto per legge da segreto) e una parte delle sue intercettazioni (che, sempre per legge, non potrebbero essere rese note).

INTERCETTAZIONI ABUSIVE. Pisapia imputa a De Girolamo, al suo ex capo e direttore generale della Asl di Benevento, Michele Rossi, e ad altri funzionari, di aver gestito l’ente con fini politici, nonché di aver voluto aiutare un’impresa “amica” nella concessione di un appalto e di aver danneggiato la rivale. L’ex manager della Asl di Benevento ha tentato di motivare le accuse con registrazioni ambientali abusive, nelle quali, però, secondo la Guardia di Finanza non è emerso alcun reato da parte del ministro. Pisapia, nell’inchiesta che lo vede coinvolto per truffa e peculato, ha spiegato ai pm di essere vittima di un complotto ai suoi danni e di aver confezionato, nel 2012, ben 27 ore di registrazioni abusive per «tutelarsi» preventivamente da «future manovre politiche». Nelle conversazioni della De Girolamo registrate da Pisapia, si parla di appalti per il servizio del 118, della gestione di un bar all’interno dell’ospedale Fatebenefratelli e di una vicenda collegata a un commerciante di mozzarelle amico del ministro.

L’INDAGINE SU PISAPIA. Secondo il direttore generale dell’Asl di Benevento, Michele Rossi, l’accusatore del ministro delle politiche Agricole non è affatto una vittima. Al contrario, Pisapia «sapendo di essere sottoposto a procedimento penale per una serie di fatti gravissimi, ha tentato e tenta di atteggiarsi a vittima di una congiura politica ordita ai suoi danni». È quanto scritto in una memoria della difesa di Rossi presentata al giudice del lavoro al quale lo stesso Pisapia si è rivolto dopo il suo licenziamento dalla Asl. La difesa di Rossi ha spiegato che Pisapia fu licenziato «nel momento in cui sono emersi dubbi sul modo in cui operava» come direttore amministrativo. Secondo gli avvocati di Rossi, nonché della Procura di Benevento, Pisapia aveva creato un «meccanismo finalizzato a poter liquidare qualsiasi somma senza l’adozione di alcun provvedimento, e sottraendo gli atti a qualsiasi controllo». Anomalie che portarono il direttore generale Rossi a «informare la Procura della Repubblica dell’esito di un’indagine interna, e a sollecitare una serie di specifiche attività investigative» che hanno portato, il 27 dicembre,  Pisapia e altre persone agli arresti domiciliari e all’obbligo di dimora con l’accusa di truffa e peculato. Pisapia è accusato insieme ad alcuni imprenditori e ad altri funzionari pubblici di aver frodato l’Asl di Benevento per circa 700 mila euro in concorso.

Exit mobile version