Csm decide sullo scontro interno alla procura di Milano Bruti-Robledo

Il plenum si riunisce nel pomeriggio. Tra le proposte da valutare, l'archiviazione del caso, il rinvio ai titolari dell'azione disciplinare o il trasferimento d'ufficio di Robledo

Si riunisce oggi il plenum del Consiglio superiore della magistratura che deciderà dello scontro interno alla procura di Milano tra il capo Edmondo Bruti Liberati e l’aggiunto Alfredo Robledo. Sono quattro le ipotesi sul tappeto: le prime tre sono quelle proposte dalla prima e dalla settima commissione del Csm che hanno studiato il caso, cioé l’archiviazione tout court della pratica, il rinvio di alcuni atti ai responsabili dell’azione disciplinare (ministero della Giustizia e procuratore generale presso la Cassazione) per effettuare delle indagini, oppure rinviare gli atti alla commissione che dovrà valutare se a luglio riconfermare nel suo incarico Bruti. La quarta proposta è stata frutto di un colpo di scena clamoroso ieri, alla vigilia del voto.

TRASFERIMENTO. Il consigliere togato indipendente Nello Nappi e il “laico” Nicolò Zanon hanno chiesto infatti di aprire la procedura di trasferimento d’ufficio per il procuratore aggiunto Robledo, che a loro avviso avrebbe solo avuto l’intento di delegittimare l’ufficio della procura di Milano. Con vari esposti su presunte irregolarità, di fatto Robledo ha messo nell’occhio del ciclone varie inchieste delicate, come quella sul caso Ruby assegnata da Bruti all’aggiunto Ilda Boccassini anziché a Robledo (una scelta giudicata anche da entrambe le commissioni meritoria di approfondimenti in sede disciplinare). Con questa proposta si chiede anche di non inviare gli atti alla commissione che valuta gli incarichi. Zanon ha spiegato che lo spirito della loro richiesta non è difendere Bruti ma «tutelare il sacrosanto principio della gerarchia».

MESSAGGIO DI NAPOLITANO. Alla vigilia della decisione è giunta al Csm anche un messaggio del presidente Giorgio Napolitano, che presiede anche l’organo di autogoverno della magistratura, e che casualmente si sofferma sullo stesso tema sollevato da Zanon e Nappi: Napoltiano ha ricordato i poteri che può esercitare un procuratore capo e il ruolo gerarchico all’interno dell’ufficio secondo la riforma Castelli-Mastella. La lettera è stata inviata in via riservata al vicepresidente del Csm Michele Vietti venerdì scorso.

LE ALTRE PROPOSTE. Oltre a quella di Zanon-Nappi, ieri sono state depositate altre tre proposte alternative di risoluzione del caso. Quelle del consigliere togato di Magistratura indipendente (la corrente ritenuta di “destra” nella magistratura) Antonio Racanelli hanno richiesto la riapertura di una nuova istruttoria della prima commissione del Csm (competente sulle incopatibilità negli uffici) data la «lacunosa» relazione fatta sin qui. Per Mi, il caso Bruti-Robledo rende necessario l’approfondimento di «vicende che pongono dubbi sull’indipendente e imparziale esercizio delle funzioni» di Bruti, che avrebbe commesso «evidenti e immotivate violazioni dei criteri organizzativi».

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