Congelamento ovuli per donne in carriera. «Così le dipendenti non sono più persone ma forza lavoro»

Il commento del giurista Alberto Gambino sul "benefit" offerto alle lavoratrici da Facebook e Apple. La rivista Forbes: «Un pegno di fedeltà all'azienda»

Permettere alle lavoratrici di congelare i propri ovuli, per avere il tempo di lavorare e poi, più in la negli anni, formare una famiglia. La nuova frontiera dell'”empowerment” di genere è sponsorizzata da Apple e Facebook. Le due aziende concederanno 10 mila dollari alle dipendenti che volessero mettere in freezer i propri gameti per diventare madri dopo aver fatto carriera.
«Questo la dice lunga sulle aspettative di un mercato tecnologicamente avanzato nei confronti dei propri lavoratori». Così ha commentato la notizia per Radio Vaticana il giurista Alberto Gambino, direttore del Dipartimento di Scienze Umane presso l’Università Europea di Roma. Secondo Gambino, questo “vantaggio” concesso alle lavoratrici di Apple e Facebook mostra «un orizzonte culturale veramente desolante» da parte delle due aziende.

CULTURA DELLO SCARTO. Secondo Gambino, il benefit per il congelamento degli ovuli dimostra che in queste aziende «i dipendenti sono più intesi come forza lavoro che non come persone in carne e ossa, che sono pronte, specie se donne, ad accogliere bambini». «Nel mondo del commercio – prosegue – nel momento in cui si mette in conto che anche la maternità è un peso per l’azienda, diventa normale che venga reso “prodotto”, come se fosse appunto una qualsiasi altra occasione di svago». Il bambino, invece, diventa «un oggetto dei desideri più che una persona portatrice di diritti». «Sullo sfondo – spiega il giurista – c’è il tema della maternità surrogata, cioè a dire a questo punto questo “fastidio”, perché così sembra, della maternità, viene dato ad altri e si ha soltanto, chiavi in mano, il bambino una volta nato. E non solo, forse sullo sfondo c’è anche un altro ragionamento: la donna quando è giovane serve per lavorare in queste grandi multinazionali della tecnologia, quando comincia ad avere un’età un po’ più avanzata, diventa scarto».

COME “BRAVE NEW WORLD”. Anche Forbes, prestigiosa rivista economica americana, commenta negativamente la decisione di Facebook e Apple. Per la giornalista J. Maureen Anderson, con questo “bonus” sembra che le aziende della Silicon Valley «stiano cercando di possedere, non solo i mezzi di produzione, ma anche i mezzi di riproduzione dei loro lavoratori». Una vecchia storia, secondo Forbes. «Fa un po’ troppo “New Brave World”», scrive Anderson, alludendo al libro fantascientifico di Aldous Huxley, dove la produzione in serie viene applicata anche alla riproduzione umana. La giornalista di Forbes osserva che, per ora, la sponsorizzazione della maternità “differita” «è un patto o pegno di fedeltà con la quale si afferma il primato del lavoro rispetto ad altre aree della tua vita: “Il lavoro viene prima di tutto e metterò i miei ovuli nel ghiaccio per dimostrarlo”». «Qual è il prossimo passo? – si chiede la Anderson – Sponsorizzare per i dipendenti più giovani di sesso maschile una vasectomia volontaria che possa essere invertita una volta superata la soglia dei 40 anni o di uno stipendio a sei cifre?».

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