(Cine)Fumetto – I nuovi e surreali supereroi Marvel affascinano nello spazio

Da quando i superoi al cinema sono rinati con Spider – Man (2002) di Sam Raimi, le grandi aziende produttrici di Hollywood hanno dato battaglia per portare al successo le loro proprietà intellettuali a fumetti. La Warner Bros., proprietaria della DC Comics, e dunque di Batman e Superman, sembrava partire in vantaggio. Ma fu la Disney che, comprando la Marvel, fece il colpaccio. La casa delle idee, che grazie ad artisti come Stan Lee ha creato un pantheon superoistico che comprende, oltre allo spara – ragnatele, anche gli Captain America, Hulk, Thor, Iron Man e tantissimi altri. La Marvel era stata capace di impostare, prima tramite Paramount e poi la stessa Disney, una vera macchina da guerra nel campo della produzione, portando al cinema quel concetto del cross over così comune nel fumetto americano: l’idea sta nel far confluire in un’unica macrotrama tanti avvenimenti più piccoli. Ogni fase racchiude tre o quattro film, i cui fatti si uniscono in un grande evento, ovvero The Avengers (2012). Lo spettatore si trova così davanti ogni volta un pezzo di una trama più grande e complessa e che, pur mantenendo la sua autoconclusività, si riallaccia ad un progetto più grande.

Questo concetto, assolutamente inedito nella storia del cinema, pretende budget poderosi ed una distribuzione capillare, capace di incassare bene nel mondo, con tutti gli stati a disposizione. Partiti con il primo Iron Man (2008), dopo ben nove film del Marvel Cinematic Universe, approdiamo all’ideale numero 10, ovvero i Guardiani della galassia (2014) di James Gunn, di fatto la prima anomalia. Infatti gli altri film sono basati su fumetti famosi, i cui eroi sono entrati nell’immaginario collettivo (specialmente in America, ovviamente) anche per chi non ha mail letto fumetti. Invece questo manipolo di scalcinati guerrieri proviene da una misconosciuta run fumettistica del 1969 di Arnold Drake e Gene Colan, soggetta ad un potente e piuttosto riuscito remake nel 2008 ad opera di Dan Abnett e Andy Lenning, proseguito fino al 2010, quando anche loro sono stati ricompresi nella più vasta operazione Marvel NOW! nel 2012 ad opera di Brian Michael Bendis. Un grosso azzardo per i Marvel Studios, alla fine però completamente riuscito. E il box office da quasi 800mln$ lo dimostra.

L’umano Star Lord, il folle procione Rocket Racoon, l’albero Groot, la verde Gamora, il violento Drax il Distruttore compongono un plotone di eroi idioti piuttosto vicini a quelli che i fratelli Coen hanno tratteggiato in Burn after reading. E se il paragone può apparire azzardato basta assistere alla congerie di azioni senza senso intraprese dal quintetto, ognuno mosso da un suo desiderio particolare ma incapace di metterlo davvero in pratica. Lo spazio, ricco delle più multiformi creature, è un colorato far west in cui è facile cambiare partito mentre sparatorie e riuscite scene d’azione si scatenano, inframmezzate da un gusto per la battuta e il dialogo assurdo piuttosto compiaciuto. La sceneggiatura solida permette l’empatia con i bislacchi protagonisti, di fatto degli antieroi soli ed isolati, vicini agli emarginati burtoniani che la società bene metteva al bando con estrema ed insopportabile facilità. Il simbolo di tutto questo è il procione alieno Rocket, appassionato di armi e balistica ma segnato da un corpo martoriato da mano violenta.

Alcuni, come lo sceneggiatore di fumetti Roberto Recchioni, l’hanno paragonato ad un Guerre Stellari della nuova generazione, e in parte non ha torto. Un ritmo veloce e dialoghi taglienti sono sicuramente simili. Ma se Star Wars aveva ed ha un’epica ed un microcosmo più avvolgente, i Guardiani propongono risate di gusto davvero intelligenti ed una perfetta quantità di grottesco. Capitolo a parte è la colonna sonora, un Awesome Mix Vol. 1 che riemerge dagli anni ’80 incastrandosi in maniera logica nella sceneggiatura. In quell’ormai antico nastro musicale si nasconde una velata nostalgia e una sostanziale madeleine del tempo perduto mai fine a sé stessa, e che mette in moto uno struggente momento finale della pellicola. La pellicola viene così elevata a profondi sentimenti, andando oltre la patente di cinecomic. Il traguardo è l’inevitabile sequel e una precisa posizione nel grande disegno Marvel, con tutto il battage di merchandising che esso comporta. Ma non ci leva dalla testa quel senso di folle guasconeria e di assurda spavalderia che i Guardiani, nella loro folle e umana corsa verso la realizzazione dei propri sogni, incarnano.

Guardiani della Galassia, 2014, regia di James Gunn, con Chris Pratt, Zoe Saldana, Dave Bautista, Bradley Cooper e Vin Diesel (voci), Disney – Marvel, dal 22 Ottobre nei cinema.

@Badenji

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