(Cine)Fumetto – Ant-Man diverte, grande e piccolo supereroe

La Marvel centra di nuovo il bersaglio, con il film che conclude la fase due del Marvel Cinematic Universe: Ant- Man. Sulla carta, al pari dei Guardiani della Galassia, era un progetto ambizioso e difficile: il supereroe, pur avendo una lunga storia alle spalle, e nonostante tre versioni che lo hanno incarnato, negli ultimi anni non ha avuto molto spazio, restando ai margini. Eppure, il fascino che lo sostiene era un materiale perfetto per un film, e così è stato. L’uomo formica nasce nel 1962 grazie ai soliti Stan Lee e Jack Kirby: il geniale scienziato Henry Pym (nel film Michael Douglas) inventa una speciale particella che permette agli oggetti e alle persone di modificare le proprie dimensioni. Il suo equilibrio psicologico fragile lo porterà a incarnare diverse identità – tra cui Calabrone, Giant-Man, Golia e chiaramente Ant-Man – e a creare la diabolica nemesi Ultron (origine modificata nel film). Nel frattempo, l’incredibile tuta capace di rimpicciolire chi la indossa viene utilizzata anche da Scott Lang, ingegnere elettronico nei guai con la giustizia. Questa ultima versione è quella inserita, interpretata dal comedy – man Paul Rudd.

Il film ha avuto una gestazione parecchio complessa. Il regista avrebbe dovuto essere Edgar Wright, che ha rincorso la trasposizione filmica del personaggio fin dal 2006, curatore anche della sceneggiatura. Per via di incomprensioni con i Marvel Studios, sempre molto attenti a controllare l’autonomia degli autori a vantaggio del disegno complessivo di una saga dai molteplici episodi, Wirght lasciò, firmando comunque il soggetto originale e parte della sceneggiatura insieme a Joe Cornish, rivista poi dallo stesso Rudd. Il nuovo regista è Peyton Reed. Una lavorazione travagliata che, unita allo scarso appeal del personaggio, ha fatto temere il peggio alla Compani, sia in termini qualitativi che finanziari. Invece, come era successo per Big Hero 6, Ant – Man risulta una brillante “commedia di super – eroi”, in cui l’elemento action è funzionale ad una trama fatta di dialoghi, sentimenti famigliari e confronti generazionali, il tutto condito da spassosi divertissement.

Proprio l’idea del rimpicciolimento permette allo spettatore di divertirsi con prospettive variegate e diverse, ambienti banali visti sotto una diversa ottica e icone trasformate in oggetti umoristici. La storia si basa sulla messa in atto di una rapina da parte di una banda stile “Soliti Ignoti”, aiutati dalla tecnologia di Pym e da diverse tipologie di formiche (e chi pensava potevano essere così divertenti?). La storia si regge sul lavoro di squadra di tutti gli interpreti, a partire da un Michael Douglas divertito e raffinato e dallo spassoso Michael Pena, cui vengono affidati un paio di strepitosi monologhi nonsense, nel puro stile Wright. Spiace non avere un cattivo degno di nota, ma questa lacuna viene riscattata da una sceneggiatura leggera e divertente, capace di non prendersi sul serio e di tenere sempre alta l’attenzione. Inoltre, come è ormai tradizione Marvel, non mancano le citazioni e le relazioni con gli altri film, andando ben oltre la strizzata d’occhio.

Ant – Man è un film curato e brillante, che va oltre la mitologia dei supereroi per raccontare la storia di un padre e dei problemi di come ricostituire una famiglia, o almeno di ottenere il rispetto per la propria figlia. A esaltare il tutto è la possibilità di diventare microscopici, vere porta per sognare ad occhi aperti e dare spazio a scene argute e momenti brillanti. La colonna sonora del bravo Christophe Beck (Frozen) e il suo tema principale valorizza la messa in scena. Il film sta guidando il botteghino americano, senza deludere affatto critica e pubblico. Un buon risultato, per un eroe così piccolo: mai giudicare solo dalle dimensioni.

@Badenji

Ant-Man, 2015, regia di Peyton Reed, con Paul Rudd, Michael Douglas e Michael Pena, Disney – Marvel, 117′, dal 12 Agosto nei cinema

 

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