Chi ha tempo non aspetti tempo. È sempre l’ora per una bella gita

Cari amici, scusate il grande ritardo ma non ero in splendida forma, spero mi perdonerete! Vi voglio raccontare una mia gita.

I primi di giugno siamo andati a vedere il roseto antico di Monte Minerva grazie all’invito del mio amico Vanni, conosciuto tramite tempi.it. Quando ho detto a Vanni che accettavamo l’invito, credo gli sia venuto un colpo! Era stressatissimo e forse aveva molta paura del fatto che avessi accettato di andare al roseto. Così ha iniziato a farmi un mucchio di domande su cosa potesse servirci. Io gli ho risposto che, al limite, ci serviva una presa di corrente e un po’ d’acqua perché noi andavamo forniti di tutto. Dopo esserci messi d’accordo sull’ora della partenza, è venuto a prenderci con la moglie e un collega per farci fare una strada che non avesse troppe curve, intanto al roseto ci aspettavano altre guardie forestali sue amiche.

Fino a Ittiri la strada non è stato un problema, ma non vi dico il tratto Ittiri-Romana. Era una cosa allucinante, altro che Camel Trophy! Era tutto un buco nonostante avessero rifatto l’asfalto nuovo. Credetemi: l’asfalto vecchio era meglio del nuovo! Traballavo così tanto che, oltre alla Sla, sembrava avessi il Parkinson. Perché, cari miei, ad ogni buca che evitavamo, ne prendevamo altre dieci. È stato un vero incubo, al “limite della sopravvivenza”. La mia amica Ica cercava di “pararmi la testa”, cercando di rimanere in bilico in piedi di fianco a me. Quindi costretta non a una, ma a una doppia acrobazia: parare la mia testa e cercare di non stramazzare al suolo.

Terminato quel tormento, siamo passati su una strada bellissima, dove le tante sugherete formavano un tunnel e così abbiamo ammirato questa meraviglia della natura. Arrivati al roseto, che si trova in una conca tra le montagne, ci siamo ritrovati in un posto stupendo circondati da questa natura incontaminata e da questo roseto bellissimo. Ci aspettavano i colleghi di Vanni che sono stati di un’accoglienza impeccabile. Ci hanno spiegato la storia di ogni rosa: da quella medievale a quella rinascimentale, ogni minimo particolare e, dopo il luogo giro, ci siamo riposati sotto la tettoia alla ricerca di “un attimo” di fresco.

Faceva un caldo da “schiattare” e io ero – scusate l’immagine non propriamente poetica – una fontanella di sudore. Mi avessero acceso un mega-phon in faccia, avrei avuto meno caldo. In ogni caso, dopo aver visto tutto il roseto non ci rimaneva che tornare a casa e, a quel punto, il dottor Lintas mi ha proposto di andare a Monteleone Rocca Doria (si chiama così perché c’è il castello dei Doria, un paesino arroccato sulla montagna che si trovava lì vicino). Oddio, altri tornanti, ma potevo rifiutare? Mentre salivamo, vedevamo sempre meglio il lago artificiale del Temo (una meraviglia), ma quando siamo arrivati in quel gioiello di paese sono rimasta senza parole da tanta bellezza. Tutto pulito e lastricato in maniera perfetta (il nostro sindaco dovrebbe farsi un giro in quel paese per vedere come si lastricano le strade e imparare!).

Siamo andati al belvedere e abbiamo ammirato il lago in tutta la sua maestosità, poi, tornando indietro, ci siamo fermati a visitare Santo Stefano, una chiesa molto particolare con due navate centrali, piccola e bella. Davanti alla chiesa c’è un piazzale molto grande tutto fiorito e – logicamente – abbiamo fatto le foto di rito. Mentre andavamo via, ho continuato ad ammirare il lago mentre il sole ormai tramontava.

Anche il ritorno è stato drammatico sul tratto Romana-Ittiri e la testa era in “caduta libera”. A quel punto ho detto a Ica di sedersi, che almeno con gli sballottamenti riuscivo a muovere la testa e guardare fuori. Almeno tu, Ica, amica mia, cerca di farti un viaggio in “grazia di Dio” e non in equilibrio instabile! Giunti a casa ero a dir poco distrutta e quella notte “stranamente” ho dormito più del materasso, ma ero felice che la giornata fosse stata tanto fantastica. Sono certa che rimarrà scolpita nel mio cuore come tutte le altre gite. Come dice il proverbio? Chi ha tempo non aspetti tempo! E io voglio impiegare il tempo per uscire, non voglio sprecare neanche un minuto!

Bacioni,

Susanna

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