C’erano una volta le storie della buonanotte

C’era una volta un genitore, che aveva tempo per raccontare storie della buonanotte ai suoi bambini. Oggi invece i genitori non hanno più tempo per badare alle favole necessarie a fare addormentare i più piccoli, un po’ per l’avvento di diavolerie tecnologiche con cui i bambini passano le serate, un po’ per la televisione piazzata in salotto e un po’ anche per i turni di lavoro sempre più frenetici. Un genitore su quattro, in Gran Bretagna, ammette di non aver letto una favola a suo figlio da almeno sei mesi, e confermano che i bambini, se proprio vogliono sapere come finisce Cappuccetto Rosso, lo chiedono a Google piuttosto che aspettare le parole di un papà assonnato. Questo perché la soglia di attenzione dei bambini è diminuita, denuncia il 99 per cento degli insegnanti delle scuole elementari. I bambini di oggi sono i più distratti di sempre.

VERGOGNARSI DI LEGGERE. Un sondaggio fatto su 410 insegnanti e 2 mila mamme e papà di bambini tra i due e gli undici anni ha dimostrato che solo il 17 per cento di loro legge regolarmente fiabe in famiglia. Il 42 per cento invece lo fa una volta alla settimana, di solito nel weekend. E la maggior parte dichiara di avere aspettato che il bambino avesse almeno due anni prima di leggergli qualcosa, quando invece c’è tutta una gamma di libri per infanti da poter sfruttare. La casa editrice Pearson sta cercando di correre ai ripari di questa triste situazione, incoraggiando i genitori a comprare libri per bambini con la campagna Enjoy reading, che offre un vasto catalogo di libri gratuiti, attraverso le scuole, che i genitori possono prendere in prestito e poi restituire dopo letti. Per fermare quel 17 per cento di ragazzi che hanno ammesso di vergognarsi se uno dei loro amici li vede intenti a leggere un libro.

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