Il campione misterioso era Guillermo Ochoa. L’ha indovinato Marco, l’unico interista che quest’anno ha vinto qualcosa

Studente al primo anno di Scienze Naturali, è in piena sessione d'esami. Ma sabato è stato il più rapido ad indovinare l'identità del portiere del Messico.

Ecco il primo vincitore del campione misterioso: si chiama Marco, studia Scienze Naturali a Milano e tifa Inter. Domani pubblicheremo un nuovo profilo da indovinare. Sempre più difficile, ovviamente. 

La meticolosità è quella dello scienziato, cui si aggiunge l’intuito tipico di chi è un attento osservatore, mentre la conoscenza enciclopedica è quella di chi mangia calcio e sport dalla mattina alla sera. Per scoprire il primo campione misterioso pubblicato sabato Marco Leoni ha fatto forza su tutte le sue abilità, rubando pure il tempo allo studio degli esami di Scienze Naturali. La sessione incombe, tra oggi e domani c’è da dare biologia e fisica, ma quando sabato si è trovato su Facebook il faccione di Valderrama subito ha inteso di cosa si trattava. A differenza di tanti ha capito che la foto del giocatore della Colombia era solo un logo, e non il giocatore da indovinare. «Il gioco mi piace molto anche perché i calciatori non sono scontati: è sempre una bella sfida». E leggendo il profilo del giocatore pian piano ha ricollegato gli elementi: la capigliatura, il club di provenienza, la nazionalità. È arrivato a Guillermo Ochoa, portiere del Messico e dell’Ajaccio.

“SPORT ADDICTED”. Per Marco forse è stato fin troppo facile, vista la sua grandissima passione per il pallone. Non che segua soltanto il calcio: ad appassionarlo sono tutti gli sport, e ogni volta c’è qualche evento in tv sparisce e si fionda sul divano: «La scorsa settimana è stata una goduria perché c’era il Roland Garros, e ora invece ci sono le finali di Nba. E poi guardo anche l’atletica: quando ci sono le Olimpiadi è difficile vedermi in giro». Ora che quindi è arrivata la Confederations Cup è un po’ un’impresa per lui riuscire a conciliare le ore da dedicare allo studio con le dirette dal Brasile. In più c’è da recuperare l’umore da una stagione andata decisamente male per l’Inter, sua squadra del cuore. Le sedici sconfitte e il brutto gioco targato Stramaccioni sono un boccone amaro da digerire, e la nuova era mazzarriana è ancora di là da venire. La speranza è che almeno l’Italia riesca a offrire qualche soddisfazione calcistica: «Siamo partiti bene ieri sera, sono contento di come abbiamo giocato col Messico. La squadra sembra buona, mi spiace solo per quell’errore di Barzagli sul rigore. Possibile che quando gioca con la Juve non sbaglia nulla e quando posso tifare per lui combina queste cose?»

ANCHE LUI FA IL DIFENSORE. Col centrale bianconero può però condividere una cosa: il ruolo di gioco. Anche Marco infatti è difensore, seppur alla maglia juventina debba preferire quella dell’Osgb Gessate e alla Serie A sia costretto ad anteporre il campionato CSI Open della provincia di Milano. La legge però del calcio amatoriale parla chiaro, nessuno ricerca l’agonismo sfrenato in squadre mosse dalla sola passione, ed è pur vero che il pallone sa trasmettere tutto il suo fascino anche a quei livelli, là dove al posto del verde smeraldo dell’erba di Torino trovi sui calzoncini il pantano del campo dell’oratorio. Però alla Confederations Cup Marco guarda comunque con interesse: specie se c’è da giocare al campione misterioso.

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