Buffon è sempre più super. Prima lo volevano premier, ora diventa pure filosofo

Il numero 1 azzurro ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lunga riflessione sulla partita di ieri contro l'Irlanda.

Dopo la vittoria contro l’Irlanda, Gianluigi Buffon ha pubblicato sulla sua pagina Facebook una lunga riflessione sulla partita di ieri. Eccola:

Il giorno dopo è sempre particolare, nell’anima provi un orgoglio e una gioia indescrivibile, l’adrenalina e la giostra d’emozioni vissute cominciano a scemare e quasi quasi ti accompagna un senso di vuoto, quel sentimento che ti fa chiedere: «beh… e ora che succede??… è tutto qui??? possibile che quella rabbia, quel furore agonistico siano già assopiti???» 
In realtà in parte è così, capita sempre, capita ogni benedetta o maledetta volta. Il bello dello sport, il bello della vita è proprio quello, assaporare il momento e le situazioni che si affrontano in battaglia.
Il dopo è sempre un po’ deludente, lo dico sempre «viaggiare è più bello che arrivare, battersi è più bello che vincere» perché mentre viaggi o ti batti provi emozioni e sensazioni uniche per la quale vale la pena di vivere, nutri aspettative da quello che stai facendo, che pensi non possano avere eguali; dopo che sei arrivato o hai vinto provi una leggera malinconia e senso di vuoto, perché credi di non aver fatto nulla di speciale, hai fatto solo il tuo lavoro, quello per cui sei pagato, niente di più… allora per capire realmente che a qualcosa è servito guardi negli occhi qualche tuo compagno d’avventura e scorgi la sua gioia, senti per telefono le persone care, vai per strada e trovi un tifoso-emigrato che ti ringrazia perché gli hai permesso di non essere deriso dal collega tedesco, spagnolo, greco, ceco, croato ecc… È proprio grazie a queste persone, è proprio grazie a voi che a casa soffrite e trepidate con e per noi, che capisci che in fondo ciò che hai fatto non è stato vano… anche solo per un giorno, anche solo per un momento hai permesso ad un italiano di riscattarsi, di sentirsi orgoglioso.
Anche se la mia Italia rimarrà sempre un’Italia ideale, forse una che non è mai esistita, guai a scalfire, ferire e vituperare il senso patriottico e il senso di appartenenza, quando sventola il tricolore per me è sempre un’emozione e sarà sempre così… Giochino i calciatori, giochino i cestisti, giochino i tennisti, gareggino gli atleti di ogni disciplina, per me non cambia nulla, il mio auspicio è quelli di vederli trionfare… senza invidia, senza remore, senza titubanze.
Loro rappresentano la mia Italia e quindi rappresentano me!
In ultimo una nota di merito ai tifosi e al popolo irlandese… da applausi, commoventi, gente fiera, gente felice, gente che accetta sconfitta e vittoria nella medesima maniera, gente che ha dimostrato di non aver complessi e di vivere serenamente lo sport e i propri limiti, gente dalla quale prendere esempio.

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