Bongarrà (Ansa): «Io, veterano del Meeting, qui sono costretto a confrontarmi» – RS/2

Francesco Bongarrà (Ansa) spiega a Tempi.it i fatti principali della giornata di Meeting di ieri e gli appuntamenti più interessanti di oggi: «Io qua sono il più vecchio e mi piace perché sei bombardato e sono costretto a confrontarmi. C'è di tutto, non amo però quando si mischiano temi altissimi e cronaca spicciola. Ieri ottimi gli imprenditori, oggi spingo Calabresi»

Francesco Bongarrà (Ansa) racconta a Tempi.it i principali fatti avvenuti ieri al Meeting e che cosa non bisogna perdersi oggi: «Mi hanno colpito gli imprenditori e mi sarebbe piaciuto sentire le esperienze dei cristiani in politica. Oggi mi attira la presentazione del libro di Calabresi».

Partiamo dalle aziende.
Mi è piaciuto molto il dibattito con Bernhard Scholz e Ferrarini, un imprenditore che ha raccontato tutte le pastoie con cui chi fa impresa deve confrontarsi tutti i giorni: dall’agenzia delle entrate all’Anas. Non che non le avessi già sentite prima, ma ascoltarle elencate così in modo sistematico da uno del settore fa capire quanto sia complicato fare impresa oggi in Italia. Poi mi ha interessato il ministro dell’Industria di San Marino: un giovane, brillante, che ha detto che per uscire dalla crisi l’unico modo è puntare sull’innovazione.

Lei è un veterano del Meeting in sala stampa, che cosa le piace di più della manifestazione riminese?

Io qua sono il più vecchio, almeno delle agenzie, lo seguo dal 2001. Del Meeting mi piace molto l’interdisciplinarietà. Io sono un giornalista parlamentare e tutti i giorni mi aggiro tra le carte e gli scontri politici. Qua invece ho l’occasione di fare anche altro, sentire un prelato, una testimonianza di una persona che riguarda anche me, capire la chiave di lettura del nostro paese di un imprenditore. Non potrei farlo da altre parti. E poi a Rimini sei bombardato di incontri e personaggi, sei costretto tutti i giorni a confrontarti. Posso dire anche una cosa che non mi piace?

Sicuro.

Troppe volte si mischiano nello stesso luogo temi altissimi e cronaca spicciola, con la diretta conseguenza che noi giornalisti poi seguiamo solo la seconda. Non dico che non sia anche colpa nostra, lo è sicuramente. Però ad esempio, ieri, c’è stata una conferenza stampa con Bhatti del Pakistan, Zerbini del Brasile, Blond dell’Inghilterra e Daul, presidente del Ppe a Bruxelles. Il tema era i cristiani in politica. Poi però Formigoni ha parlato della Lombardia e tutti noi giornalisti ci siamo concentrati sul rapporto tra lui e Berlusconi, non curandoci degli altri. Ripeto, è anche colpa nostra ma il sistema mi sembra che così non funzioni.

Che cosa non bisogna perdersi della giornata di oggi?
Io ho le mie consegne e devo seguire Maroni e Frattini. Dovere di ufficio. Avrei voluto però andare alla presentazione del libro di Mario Calabresi: “Cosa tiene accese le stelle. Storie di italiani che non hanno mai smesso di credere nel futuro”. Purtroppo però coincide con gli altri incontri. Mi tocca lavorare.

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