«Benedetto XVI ci ha insegnato che la ragione non è senza limiti»

«Ratzinger è stato un Pontefice "europeo" che ha scandagliato la crisi della civiltà cristiano-liberale». Intervista al filosofo Corrado Ocone sul pensiero del Papa emerito

Benedetto XVI 1927 – 2022 (foto Ansa)

Solo qualche giorno fa, il filosofo Corrado Ocone aveva scritto un commento sulla figura di Benedetto XVI definendolo un «Papa europeo». Il Vecchio Continente, le radici cristiane dell’Occidente, l’anima “europea” del cattolicesimo erano temi ricorrenti nella riflessione del Papa emerito, come ben testimoniato anche da uno dei suoi ultimi libri (La vera Europa. Identità e missione).

«La stessa scelta del nome – dice Ocone a Tempi – era un segno di questa sua attenzione. L’Europa è al centro della sua riflessione, pensiamo solo al suo discorso a Subiaco, ed è una riflessione che scandaglia la crisi della civiltà cristiano-liberale, la perdita di quei valori universali che sono andati rattrappendosi negli ultimi secoli. E che invece, secondo Ratzinger, proprio perché cristiani, erano valori universali che non andavano “imposti” – in lui non c’è mai stato un intento predatorio -, ma proposti al mondo contemporaneo».

Nichilismo e relativismo

Accanto a questo richiamo “missionario”, dice Ocone, c’è anche la denuncia che «l’uomo europeo si è perso: nichilismo e relativismo si sono appropriati delle civiltà occidentale. Di qui la sua riflessione sulle “minoranze creative” che lui non ha mai inteso come gruppi eremitici e “fuori dal mondo”, ma, al contrario, “dentro il mondo” senza però omologarsi ad esso».

Lo testimonia il suo dialogo col filosofo Jürgen Habermas, «uno dei momenti più alti della riflessione contemporanea», nota Ocone. «Habermas – prosegue – è un ateo illuminista che, da posizioni distanti da quelle cattoliche, tuttavia converge verso il punto di vista di Ratzinger perché, come lui, condivide il timore di un mondo sempre meno umano, sempre più post-umano e trans-umano».

Una ragione non prometeica

Benedetto XVI è stato un papa molto amato, ma anche molto odiato e frainteso. Perché? «Perché non poteva essere accettato dai rappresentanti del pensiero laico dell’edonismo radicale, che ragiona solo secondo gli schemi binari di reazione-progresso. A suo modo, Ratzinger è stato un “illuminista”, nel senso che dava moltissima importanza alla ragione, una ragione che, nella sua concezione, è ben diversa dal razionalismo astratto, ma è qualcosa che va a braccetto con la fede. Insomma, per lui, la ragione non è senza confini. Il suo “illuminismo” è molto diverso da quello prometeico, senza limiti e senza controlli di tanti pensatori di oggi. La ragione ratzingeriana non è assoluta: riconosce che nella vita vi sono dei nuclei non negoziabili, fondamento e origine della nostra umanità»

 

 

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