Asia Bibi: «La legge sulla blasfemia va cambiata per evitare abusi»

La donna cattolica perseguitata per la sua fede in Pakistan parla ad Acs: «Il governo protegga le ragazze cristiane convertite a forza all'islam»

«Faccio appello al primo ministro del Pakistan, Imran Khan, perché tuteli e protegga le minoranze religiose, che sono anch’esse pakistane. E specialmente le vittime della legge sulla blasfemia, di cui alcuni gruppi abusano, e le ragazze convertite con la forza. Da vittima do il mio esempio: io ho molto sofferto e vissuto tante difficoltà, oggi sono libera e spero che questa legge possa essere soggetta a cambiamenti che vietino ogni suo abuso». Ha parlato così dalla sua casa in Canada Asia Bibi, in una videointervista rilasciata al direttore di Aiuto alla Chiesa che soffre, Alessandro Monteduro.

SUPERATE LE PAROLE CONTROVERSE A VOA

La madre cattolica di cinque figli è stata arrestata per false accuse di blasfemia nel 2009 e scagionata soltanto nel 2018, dopo la piena assoluzione decretata in ultimo grado dalla Corte suprema del Pakistan. In seguito alla liberazione, è stata costretta a fuggire dal Pakistan per le minacce degli estremisti islamici, che hanno giurato di ucciderla. In Pakistan, infatti, a prescindere dal suo cammino giudiziario, un’accusa di blasfemia equivale per alcuni a una condanna a morte.

Con le sue dichiarazioni ad Acs, la donna perseguitata per la sua fede sembra superare anche le dichiarazioni rilasciate a Voice of America Urdu. Nella lunga intervista, come riportato in traduzione da Ucanews, ha in parte disconosciuto l’autobiografia Enfin Libre!, che ha firmato insieme alla giornalista francese, tra le prime a prendersi a cuore il suo caso, Anne-Isabelle Tollet, dicendo: «Non è la mia autobiografia, non sono stata coinvolta nella redazione del libro e non so quando l’abbia scritto». In seguito, ha anche sottolineato che non è stata la legge sulla blasfemia in sé «a mettermi un cappio al collo», ma alcune persone del suo villaggio «che volevano uccidermi senza ragione. Non accetto che si dica niente contro la legge o il mio paese», ha aggiunto.

«IL PREMIER AIUTI LE CRISTIANE PERSEGUITATE»

Queste parole hanno fatto scalpore in Pakistan, secondo quanto riportato anche da Crux, ma parlando con Acs Asia Bibi sembra superare la polemica, chiedendo al premier pakistano Khan di prestare attenzione alle tante cristiane perseguitate che vengono rapite, convertite all’islam e sposate a forza, come Huma Younus e Maira Shahbaz. «So che queste ragazze sono perseguitate e faccio appello al primo ministro: per favore, aiuti le nostre ragazze perché nessuna di loro deve soffrire!», ha dichiarato.

Asia Bibi ha poi ricordato il suo legame con papa Francesco e Benedetto XVI, esprimendo il desiderio di «venire a visitare Roma e, se possibile, di incontrare il Santo Padre». Si è infine detta «grata ad Aiuto alla Chiesa che soffre e a tutti i benefattori di Acs che, in Italia e in tutte le parti del mondo, sostengono le persone perseguitate come me a causa della propria fede».

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