Alfano a Torino: «Anche in Europa, noi diciamo: prima l’Italia»

La convention del Nuovo Centrodestra nel capoluogo piemontese. La scelta di entrare nel governo, i circoli e il programma per le Europee. E pieno sostegno alla Tav

Che il Piemonte possa tornare a contare, almeno a livello di Centrodestra, si vede da come i vertici di Ncd scelgono di affrontare la giornata torinese e l’evento pubblico previsto al Teatro Carignano di Torino, uno dei luoghi simbolo della Città e dell’Unità d’Italia, anche se è noto ai più per essere il luogo da cui inizia la storia di Profondo Rosso, di Dario Argento, un nome un programma visto che quando è stato girato, nel 1975, a Torino ha governato sempre la sinistra, tranne sette anni dal 1985 al 1992. E proprio in una delle roccaforti della sinistra, lo stato maggiore di Ncd, per dirla con Maurizio Lupi, coinvolto da Enrico Costa, coordinatore regionale e Vice Ministro alla Giustizia, nel ruolo di presentatore, viene a dimostrare “che il Piemonte ha le radici ben affondate nel terreno del Centrodestra”. Ma già, lo slogan di Alfano durante tutto il suo discorso, breve e  chiaro, con poco politichese e tanta concretezza, “per fare il Nuovo Centrodestra c’è voluto coraggio”. E ci vuole coraggio anche per ammettere gli errori del passato, come fa Maurizio Lupi che si becca un’ovazione quando dice “abbiamo sbagliato quando abbiamo trattato il Piemonte come terra di conquista, mettendo candidati paracadutati; e dico abbiamo, perché è giusto ammettere le proprie colpe, ed io allora ero uno dei responsabili di Forza Italia. Ora cerchiamo di fare ammenda, anche per questo è giusto che il vostro coordinatore, Enrico Costa, sia stato scelto come Vice Ministro alla Giustizia, come riconoscimento per tutta la regione”.

LUPI: COSA FA IL GOVERNO. Prima di annunciare Alfano, Lupi si leva qualche sassolino dalla scarpa: “I giornalisti qui fuori mi hanno chiesto che cosa penso della candidatura di Berlusconi alle Europee, io rispondo che discutere di questi problemi non mi interessa, è una questione di chi sta all’opposizione, è una questione di Forza Italia. A me interessa parlare dei problemi della gente, delle famiglie, del lavoro che manca, a me interessa sapere che i lavoratori dipendenti, dal 1 maggio, avranno 80-100 euro in più in busta, che il governo ha tagliato le tasse. Di questo mi interessa parlare. Mi interessa dire che è ora di sbloccare le risorse per la manutenzione del territorio e toglierle dal patto di stabilità, perché non è giusto che i comuni virtuosi che hanno i soldi non possano spenderli per riparare le buche nelle strade o nei marciapiede”. Altra ovazione, anche se non è il caso di Torino: i buchi abbondano, purtroppo anche nel bilancio, mentre la virtù, per lo meno quella da bilancio, scarseggia.

ALFANO: FAMIGLIA, PERSONA, ITALIA. È il momento di Angelino Alfano che irrompe sul palco del Carignano con la colonna sonora di “In the name of Love” degli U2. La colonna sonora però non è il piatto forte per orecchie abituate alla politica del riempirsi la bocca di parole. Il piatto forte è un discorso che non fa cadere in deliquio le signore in sala come capitava per altri oratori, ma scatena ugualmente numerosi applausi a scena aperta, perché usa termini come “coraggio, famiglia, amore per l’Italia, persona, passione, tenacia”. Parole che non ti fanno scattare in piedi come un richiamo alle armi, ma restano dentro e alla fine germogliano.
La prima frase è un siluro per Susanna Camusso: “Abbiamo abbattuto la riforma del lavoro della Fornero: nel 2013 abbiamo perso punti sull’apprendistato, è aumentata la disoccupazione. Ora la Camusso si accorge che il Governo ha preso delle decisioni e protesta. Ma non si può tornare indietro, si doveva fare e la decisione è presa”.

I CAPISALDI DI NCD. Il discorso di Alfano ripercorre i mesi passati: “Abbiamo dovuto scegliere tra l’Italia e Forza Italia, il nostro è un movimento nato per amore dell’Italia, perché non potevamo, per responsabilità, abbandonare il governo, lasciare il Paese nella crisi, in balia dello spread, della confusione. Ci è voluto coraggio perché sapevamo che i media di Berlusconi ci avrebbero trattato male, così come la sinistra e i media di sinistra perché loro sanno, ed è vero, che il nostro obiettivo è far vincere un centrodestra fondato sui valori. Dobbiamo dire a tutti quali sono i nostri valori. Noi crediamo nella vita e sappiamo che Qualcuno la dà e Qualcuno la toglie, e non è il parlamento. Noi crediamo nella persona e la persona viene prima dello Stato. Il Parlamento non è lì per regalare diritti che sono già connessi con la persona. Crediamo in una famiglia così come è definita nella Costituzione: un uomo e una donna. Abbiamo rispetto per tutti e siamo disponibili a intervenire sul piano patrimoniale ma crediamo nella famiglia. Crediamo nella società e nei suoi nuclei essenziali che si mettono al servizio degli altri. Abbiamo il sogno di fare uscire l’Italia dalla crisi riconoscendo il valore dell’impegno delle famiglie che stanno dando un contributo decisivo per tutti noi, aiutando figli senza lavoro, parenti anziani. E lo fanno solo per amore. E poi le associazioni. Ncd crede in questi valori e si batterà per loro in ogni luogo e momento. Sono i valori nella tradizione italiana”.

LE PRIMARIE. Alfano ribadisce la necessità primarie, sottolineando come “anche in Piemonte avremmo uomini e donne titolati a correre per la Presidenza, ma non li mettiamo in campo, perché vogliamo le primarie e che siano i cittadini a scegliere il loro candidato. Qualche giorno fa, chiedendo la fiducia, il premier Renzi ha ringraziato il Pd perché ha introdotto le primarie, permettendogli da raggiungere il ruolo che ricopre per decisione popolare. E io pensavo: perché questo nel Centrodestra non si può fare?”.
Dopo il coraggio, Alfano ripropone i successi della campagna tesseramenti, oltre 12 mila circoli e 120 mila aderenti, ascrivendoli a un sentimento, la passione. Il terzo sentimento della triade alfaniana è, infine, la tenacia: “Ci vuole tenacia per vincere. Chiunque come noi fa politica perché sente di avere qualcosa da dire e qualcosa da dare deve interrogarsi sempre e chiedersi se il gesto che sta facendo è utile per se o per tutti. Noi possiamo dire di sì”.

CHE EUROPA VOGLIAMO. Per finire, un tocco di programma: “Anche in Europa, noi diciamo, prima l’Italia. Noi ci schieriamo nella metà campo di chi dice che non è contento dell’Europa ma non vuole abbandonare Europa ed euro. Noi siamo per la Better Europe del Ppe. Europa deve difendere moneta e frontiera e non occuparsi di cioccolata, vuol dire occuparsi di mercato ed economia e difendere i cittadini. Noi andremo a Bruxelles a dire siamo qui a difendere gli interessi italiani”. Alfano dà forza alle parole di Lupi che, poco prima, aveva usato l’antiaerea contro Lufthansa: “Finita l’epoca in cui l’Italia era Cenerentola in Europa. Questo accadeva perché sia la destra che la sinistra andavano in Europa per chiedere di intervenire quando non riuscivamo a risolvere i nostri problemi. Ora non è più così ed in Europa abbiamo detto chiaramente che Lufthansa non si deve permettere di dire che l’acquisto di Alitalia da parte di Etihad si configura come aiuto di stato, visto che Etihad è la stessa compagnia che l’anno scorso ha comprato Air Berlin: allora andava bene e oggi non più?”.
Alfano chiude giocandosi un bel future: “Ci vorrà un’azione forte per i giovani, per le partite Iva: possiamo farlo, così come abbiamo fatto riforme profonde senza toccare i risparmi, così come abbiamo cambiato le regole del mercato degli affitti tutelando i padroni di casa senza però danneggiare gli inquilini virtuosi”.

SI’ TAV. Il ministro per le Infrastrutture, Maurizio Lupi raccoglie l’ovazione della platea per la “svolta di Chiomonte”: partendo da uno Stato che riempie la Valsusa di blabla istituzionali, il Ministro Lupi propone uno Stato presente, democratico ma severo. Per presente, Lupi intende se stesso, al di là delle periodiche visite al cantiere di Chiomonte: “Mi hanno detto – spara davanti alla platea dell’antico teatro torinese – che a Chiomonte chi è pro Tav non può farsi vedere in giro, neanche andare a mangiare al ristorante, altrimenti rischia. Bene la prossima settimana andrò a Chiomonte e, insieme a chi vorrà venire con me, andrò a mangiare al ristorante. Questo significa dire che lo Stato è presente, con l’esempio, con il desiderio di essere forti delle proprie idee e non avere paura”.
Boato. I mille che non faranno l’Italia, ma sperano di dare una buona mano a ricostruirne un pezzetto, si spellano le mani anche per Gemma Amprino, stoico e coraggioso Sindaco di Susa, che sale sul palco insieme ai rappresentanti NCD in Regione, dagli Assessori Porchietto e Coppola al Capogruppo Pedrale e al Vice Capogruppo Leo: “Dobbiamo battere la paura – afferma Amprino -, sotto qualsiasi forma; soprattutto, dobbiamo battere coloro che la ingenerano, i profeti di sventura che seminano panico e insicurezza”. Chiude Claudia Porchietto, Assessore al Lavoro e alla Formazione: “Le opere pubbliche si devono fare, non esiste la continua discussione, ma ora in Valsusa devono essere attivate le compensazioni previste, è necessario dare l’opportunità di creare lavoro, costruire un futuro per le imprese e gli abitanti della valle”.
Un passaggio sulla TAV è d’obbligo anche per Alfano: “La TAV si fa, punto e basta. Si fa perché è un’opera strategica, si fa per portare il Paese al centro dell’Europa, si fa perché questa è la decisione di uno stato sovrano che non può essere messa in discussione una volta che sia compiuto l’iter democratico. Di costruire la TAV è stato deciso da un governo, non questo tra l’altro, ed è stato confermato da tutti i governi successivi; quindi si è verificato un problema sul tracciato e, dopo aver ascoltato i territori, il tracciato è stato modificato. Ora non si deve più discutere su TAV o non TAV, ma sul modo di attuare le compensazioni affinché siano leva di ulteriore sviluppo in Valsusa”.

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