Abbonarsi gratis a Repubblica? Tre motivi per farlo e uno (convincente) per non farlo

«Un amico mi scriveva di avere rifiutato i reiterati inviti di Repubblica ad un abbonamento gratuito di prova». Riflessione su una tentazione cartacea

tratto dal blog Berlicche

Un amico mi scriveva di avere rifiutato i reiterati inviti di Repubblica ad un abbonamento gratuito di prova. Io gli ho detto che avrebbe dovuto invece accettare. Per tre ragioni.
Primo, perché è utile conoscere il proprio nemico per potere rispondere con efficacia tempestiva a quanti se ne abbeverano come ad un perverso libro sacro; secondo, leggere a scrocco è un piccolo dispettuccio che la testata si merita; terzo, a volte capita di trovare anche in mezzo allo schifo qualcosa che vale la pena vedere, come i denti bianchi di un cane putrefatto.

Al che mi è stato replicato che, per chi è sensibile alla bellezza femminile ma vuole conservarsi puro, non conviene attardarsi in posti dove ci siano donne che si mostrano “al naturale”. Le balle e l’odio che traspaiono da quel giornale sono come un sottile veleno, anche per coloro che conoscono dal di dentro la Chiesa. E quindi conoscono anche le fragilità e le cattiverie di chi ne fa parte, uomini come tutti.

Ho dovuto dargli ragione. Illudersi di poter tenere sotto controllo la tentazione (e i tentatori o le tentatrici) è una delle maggiori cause prossime del peccato. E’ un’altra maniera in cui orgoglio e presunzione ci fregano.
Io sono sensibile nei confronti della bellezza muliebre, ma ho fatto una certa scelta di campo una quindicina di anni fa. Che, se non mi ha tolto il gusto per detta pulchritudine, mi ha però fatto prendere le distanze da eventuali sbocchi per così dire fisici di quel fascino.

Riflettevo però che non sono mai stato messo alla prova fino in fondo e che, nonostante ogni buona intenzione, non potrei essere per niente sicuro dell’esito della lotta.
“O Signore, salvami dall’uomo di eccellenti intenzioni e cuore impuro: perché il cuore è ingannatore sopra ogni cosa, e disperatamente malvagio”, scriveva Eliot.
Quindi forse ha ragione il mio amico. Dai diavoli è meglio tenersi alla larga. Non è affatto detto che noi ne sappiamo una più di loro, è molto più probabile il contrario.

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