Washington, suicidio assistito: nel 2013 morti in aumento del 43 per cento

Nel 2013 sono morte 159 persone rispetto alle 116 del 2012. Solo il 36 per cento ha citato come causa della sua scelta la paura del dolore, il 61 per cento invece non voleva essere un peso per la sua famiglia

Le persone morte per suicidio assistito nello Stato di Washington nel 2013 sono aumentate del 43 per cento rispetto all’anno precedente, secondo il rapporto ufficiale del governo. La pratica, legalizzata il 5 maggio 2009, consente ai medici di fornire un farmaco letale alle persone affette da gravi malattie con meno di sei mesi di aspettativa di vita.

«NON VOGLIO ESSERE UN PESO». Nel 2013, 173 persone hanno richiesto e ottenuto dai medici il farmaco letale. Di questi, 159 sono morti, solo 119 dopo aver ingerito il farmaco. Spesso infatti i pazienti richiedono l’occorrente per il suicidio ma non ne usufruiscono subito. Secondo il rapporto la maggior parte delle persone che ha richiesto il farmaco ha citato come motivazione la paura di perdere la propria autonomia, la propria dignità o la possibilità di partecipare ad attività che rendono la vita godibile.
Solo il 36 per cento dei richiedenti ha citato come causa il possibile dolore futuro dovuto alla malattia, mentre è preoccupante che il 61 per cento temeva di essere «un peso per la sua famiglia o gli amici». Il 13 per cento, infine, ha motivato il suo gesto con «le implicazioni finanziare» della sua morte.

VITTIME IN COSTANTE AUMENTO. I dati dell’aumento delle morti per suicidio assistito confermano il trend dell’anno scorso: nel 2012 116 persone sono morte, rispetto alle 101 del 2011, alle 85 del 2010 e alle 64 del 2009. È in continua crescita anche il numero delle prescrizioni: 173 nel 2013, 121 nel 2012, 103 nel 2011, 87 nel 2010 e 65 nel 2009.

@LeoneGrotti

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