Vietnam. Via al processo di canonizzazione per padre Diep. Offrì la testa ai comunisti per la liberazione dei suoi parrocchiani

Rapito nel 1946 dai Viet Minh, fu martirizzato in cambio della vita degli altri 70 prigionieri, cattolici e non. Gli sono stati attribuiti centinaia di miracoli


«Ho sempre vissuto insieme alla mia gente e, se necessario, morirò tra di loro. Quindi non andrò da nessuna parte». Così rispose padre François Xavier Truong Buu Diep al suo superiore che gli consigliava di lasciare la sua parrocchia per un posto più sicuro. Era il 1945 e in Vietnam stava per scoppiare la guerra d’Indocina, che vide combattersi l’esercito francese e i Viet Minh, un’organizzazione politica e paramilitare fondata da Ho Chi Minh sotto il partito comunista.

NIHIL OBSTAT. La Congregazione per le cause dei santi ha ufficialmente aperto la causa di canonizzazione di padre Diep, morto martire nel 1946 per salvare la vita dei suoi parrocchiani. Il Nihil obstat è stato comunicato il 31 ottobre al vescovo di Can Tho, la diocesi di padre Diep, ma la notizia è circolata solo in questi giorni.

SACERDOTE VIETNAMITA. Padre Diep è nato in Vietnam l’1 gennaio 1897 ed è stato battezzato il 2 febbraio nel villaggio di My Luong, nella provincia di An Giang. Nel 1904, dopo il decesso precoce della madre, si è trasferito insieme al padre in Cambogia, nella città di Battambang. A 12 anni, nel 1909, è entrato nella scuola cattolica di Nam Vang e nel 1924 è stato ordinato sacerdote. Dopo aver vissuto in diverse diocesi, nel 1930 si è stabilizzato a Tac Say, nella diocesi di Can Tho.

«VICINO AI SUOI FEDELI». Quando nel 1945 la sua regione venne completamente occupata dai Viet Minh, padre Diep si rifiutò di scappare come altri religiosi per «restare vicino ai suoi fedeli, animato da grande spirito missionario», nonostante i comunisti avessero sviluppato un grande odio verso i francesi, che si trasmetteva di conseguenza a tutti membri della religione cattolica.

TESTA MOZZATA. Il 12 marzo 1946, i Viet Minh arrivarono nel suo villaggio e sequestrarono il sacerdote assieme a circa 70 suoi parrocchiani, cattolici e non. Tutti vennero rinchiusi in un magazzino di riso ma padre Diep chiese ai soldati di essere ucciso in cambio della liberazione degli altri prigionieri. Pochi giorni dopo, il suo corpo venne ritrovato nudo, mutilato e con la testa mozzata. 

«PRETE SANTO». Da subito il corpo di padre Diep è stato fatto oggetto di grande venerazione dalla popolazione vietnamita, cattolica e non. Dagli anni Novanta, ogni giorno la chiesa di Tac Say dove è sepolto dal 1969 viene visitata da migliaia di persone provenienti da ogni parte del Vietnam e alla sua intercessione sono stati attribuiti centinaia di miracoli. Secondo l’arcivescovo emerito di Ho Chi Minh City, Jean-Baptiste Pham Minh Mân, che ha conosciuto padre Diep all’età di otto anni, «è stato un prete santo, sempre preoccupato per il futuro della Chiesa e pronto a spronare i fedeli, perché si impegnassero a fondo nella religione. Ha vissuto ed è morto per i suoi fedeli».

I MIRACOLI. Secondo i fedeli della parrocchia di Tac Say, riporta AsiaNews, uno dei suoi miracoli è legato anche alla costruzione del sacrario dove sono tutt’ora conservate le sue spoglie. Dopo aver deciso di costruire il sacrario, il responsabile di una ditta edile locale avrebbe ricevuto i soldi necessari per l’acquisto dei materiali direttamente dalle mani di padre Diep. «Prima padre François ha aiutato poveri, orfani e anziani. Ora continua a curare, aiutare e confortare chi lo venera attraverso i miracoli», spiegano i fedeli.

@LeoneGrotti

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