Venezuela. Altre due vittime nelle proteste anti Maduro

Sale così a novantaquattro il numero delle vittime dall’inizio dell’ondata di protesta antigovernativa, nell’aprile scorso.

Articolo tratto dall’Osservatore romano – Due persone sono state uccise nelle ultime ore in Venezuela durante le proteste contro il governo presieduto da Nicolás Maduro.

Un diciassettenne venezuelano è morto in una manifestazione nello stato di Carabobo, nel nord del paese. E un candidato all’Assemblea costituente è stato ucciso durante un meeting politico a Maracay, capitale dello stato di Aragua, sempre nel nord.

La notizia che riguarda il diciassettenne è stata data dal deputato dell’opposizione, Marco Bozo Tamayo, che ha identificato la vittima come Rubén Darío González Jiménez, morto dopo essere stato «raggiunto da una pallottola» a Valencia, capitale dello stato di Carabobo e terza città più importante del paese. Tamayo ha dato la notizia della morte di González attraverso la piattaforma Twitter, dove stava informando sullo svolgimento della giornata nazionale di blocchi stradali convocata dall’opposizione, denunciando la forte repressione da parte della Guardia nazionale.

Il candidato alla costituente, invece, è stato ucciso mentre si apprestava a pronunciare un discorso pubblico. Secondo le prime ricostruzioni qualcuno tra i presenti al comizio gli ha sparato. José Luis Rivas Aranguren era il presidente del Fronte motociclisti José Leonardo ed era in lista per le elezioni del prossimo 30 luglio.

Sale così a novantaquattro il numero delle vittime dall’inizio dell’ondata di protesta antigovernativa, nell’aprile scorso.

Sul fronte legale il procuratore generale del Venezuela, Luisa Ortega Díaz, ha accusato formalmente Vladimir Lugo, l’ufficiale della guardia nazionale responsabile della sicurezza della sede del parlamento di Caracas, di violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani. Immagini riprese durante l’attacco lanciato lo scorso 5 luglio dai militanti chavisti contro l’Assemblea nazionale mostrano che Lugo, presente nella sede parlamentare, non è intervenuto per fermare le aggressioni contro deputati dell’opposizione. Inoltre, lo scorso 28 giugno l’ufficiale della guardia nazionale ha maltrattato e spintonato fuori dal suo ufficio il presidente del parlamento, Julio Borges. L’incidente è stato filmato e diffuso dagli stessi media chavisti. Finora Lugo non era stato messo sotto inchiesta per questi fatti, ma anzi era stato premiato dal presidente Maduro, che lo ha insignito della Croce della guardia presidenziale.
Mentre la situazione continua a essere molto tesa, la Chiesa venezuelana ha chiesto al presidente di ritirare la sua proposta di riforma costituzionale e riconoscere l’autonomia di altri poteri dello stato, come il parlamento e la procura generale. Questi potrebbero essere i primi passi verso una soluzione pacifica della crisi politica, economica e sociale che attraversa il paese. In una lettera i vescovi chiedono a Maduro di avere «l’audacia necessaria» per riportare il Venezuela verso «la pacificazione e la riconciliazione», seguendo il cammino segnalato da Papa Francesco.

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