Ucraina, esplosione del gasdotto che porta il metano in Europa

Lo scoppio nella zona isolata di Poltava, non ci sono feriti né problemi alle forniture. Il ministro dell'Interno: «Possibile atto terroristico». Ieri Kiev aveva assicurato l'export anche se Gazprom aveva tagliato le forniture

Dopo l’ultimatum di ieri di Gazprom all’Ucraina, che ancora non ha saldato il debito da 4 miliardi di dollari con la compagnia energetica russa, oggi un’esplosione ha colpito un tratto del gasdotto che attraversa l’Ucraina e porta il metano dalla Russia all’Europa. Si sono scatenate fiamme alte 200 metri: la deflagrazione è avvenuta in una zona isolata nella regione di Poltava, non ha provocato vittime né conseguenze sul flusso di gas, secondo Eustream.

LA «GUERRA DEL GAS». I vigili del fuoco stanno cercando di spegnere le fiamme, mentre ancora non sono chiare le cause dello scoppio, se sia trattato cioé di un incidente o di un attentato. Il tratto di gasdotto colpito è chiamato Urengoy-Pomary-Uzhgorod, risale agli anni ’80, e serve al trasporto del metano verso la Slovacchia. Nella zona di Poltava sono in corso combattimenti e quindi è possibile che la pipeline sia stata colpita anche accidentalmente. Il ministro dell’Interno di Kiev, Arsen Avakov ha però ipotizzato «un atto terroristico». In tal caso si potrebbe trattare di un primo capitolo di una possibile “guerra del gas”. Ieri infatti Gazprom ha deciso di sospendere per il mancato pagamento le forniture a Kiev, assicurando però il trasporto del metano verso l’Ue. Allo stesso tempo la stessa Ucraina ha assicurato ieri di riuscire a mantenere i propri rifornimenti interni, quanto l’export di metano verso l’Europa, potenziando i flussi di gas verso la Slovacchia, cioé proprio sulla pipeline colpita dall’esplosione di oggi: il dubbio è che sia un atto della Russia per impedire che Kiev si renda indipendente dalle forniture.

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