Trump cominci a correre o cambi moglie

Un tempo la Casa Bianca era sinonimo di sport, e quindi di cultura e di salute. Bei tempi. Jimmy Carter correva, George W. Bush era un runner, Bill Clinton non rinunciava mai al jogging mattutino. Trump invece è un sedentario «sovrappeso e se ne frega dello sport». E quindi?, direte voi. Blog come questo, che segue Repubblica come se fosse la Bibbia, capiscono quanto sia cruciale per un presidente degli Stati Uniti mandare messaggi giusti dal punto di vista «culturale».

È vero, anche Barack Obama non correva. Ma il suo caso è diverso. Innanzitutto è «un magro naturale, di quelli benedetti dal metabolismo, per cui non ingrasserebbe neppure con una vita sedentaria», fa notare giustamente il valoroso corrispondente Federico Rampini. E poi «gli sport gli piacciono eccome». Non giocava solo a golf, come l’orrendo Trump, ma anche a basket e «il basket è nella migliore tradizione afroamericana, lo ha imparato per strada, nei quartieri poveri di Chicago». Certo, da presidente Obama avrà tirato a canestro sì e no due volte, ma è per la «controindicazione degli strappi muscolari e altri incidenti tipici degli sport da contatto». Solo per questo «aveva moderato le partite a pallacanestro e aumentato il golf».

Trump invece non ha scuse, perché è ricco, sovrappeso e «chiaramente non ha il fisico». Non importa poi che Obama, quando è stato eletto, avesse 47 anni mentre The Donald ne ha 70. Dovrebbe scattare ugualmente come un ragazzino. Oppure cambiare moglie. Sì, perché il presidente afroamericano non correva, è vero, e non giocava più a basket in effetti, anzi si dava al golf proprio come il repubblicano, però «c’erano i vari balli della First Lady, le danze ritmiche che Michelle usò per dare il buon esempio e insegnare ai giovani a perdere peso, stare in forma». Melania Trump invece è bellissima, si fa fotografare sulle copertine mentre mangia gioielli e non fa neanche una battaglietta piccola piccola «per un’alimentazione sana».

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