Timori per la stretta sulle cooperative, protesta anche card. Bertone

La riduzione delle agevolazioni fiscali per le cooperative prevista in manovra allarma il settore. Un forte monito a non penalizzare questo mondo è venuto anche dal cardinal Bertone. Ma il governo rivendica l'impostazione per cui ci sono "coop" e "coop"

Cos’hanno in comune una comunità per il recupero dei tossicodipendenti, una banca di credito locale, un supermercato e un giornale? Possono essere tutte delle società di tipo cooperativo. E delle cooperative si parla molto in questi giorni convulsi di emendamenti, retromarce e proclami sulla manovra finanziaria ora all’esame della commissione Bilancio del Senato. Il governo intende infatti rivedere le agevolazioni fiscali di cui godono questo tipo di società. In che termini questo si concretizzerà e quali tipologie di cooperative saranno interessate è ancora poco chiaro. Si parla di un generale aumento del peso degli utili nella formazione della base imponibile dal 30 al 40 per cento, senza l’esclusione (inizialmente ipotizzata) delle banche di credito cooperativo.

La preoccupazione per un mondo in cui si ritrovano non solo quelle che comunemente vengono chiamate polemicamente nel centrodestra le “cooperative rosse”, è grande. Lo ha ripetuto più e più volte in questi giorni Luigi Marino, presidente di Confcooperative e portavoce di Alleanza delle cooperative, l’organo di rappresentanza di tutto il mondo della cooperazione italiana, “bianca” o “rossa” che sia. Il concetto ribadito da Marino è che le cooperative non hanno privilegi, semmai agevolazioni che gli hanno permesso in questi anni di sacrificare la redditività pur di salvaguardare i livelli occupazionali. Nel settore cooperativo, infatti, l’occupazione è cresciuta del 5,5 per cento nel biennio 2009-2010.

Un forte richiamo al governo è arrivato sabato anche dal cardinale Tarcisio Bertone intervenuto al convegno delle Acli. Di fronte alla stessa platea, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi ha assicurato di avere molto a cuore il mondo delle cooperative, ma ha anche chiarito che il pensiero del governo è che esistano cooperative e cooperative. «Non sono tutte uguali – ha detto Sacconi. Ci sono cooperative prevalentemente a scopo mutualistico e altre che non lo hanno. Ci sono quelle cosiddette spurie, di consumo e dell’edilizia, e quelle sociali alle quali io credo moltissimo. Ad esempio, le cooperative agricole o quelle bancarie, come le banche di credito cooperativo, che non a caso sono in qualche misura favorite da questa manovra affinché si capitalizzino».

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