Terremoto. Piccole case, grandi affari

Storia del Consorzio nazionale servizi e di quell’indotto economico che si sta sviluppando nelle zone del sisma

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti)

Una maxi multa dell’Antitrust mette in crisi i conti del Consorzio nazionale servizi, il gigante delle coop rosse che si è aggiudicato l’appalto Consip per le casette dei terremotati. Anzi, per la verità, li ha praticamente affondati nel 2015 visto che dal bilancio di quell’anno, l’ultimo disponibile, risulta una perdita complessiva di 44 milioni di euro, dovuta proprio alla sanzione. Poi, dopo i ricorsi al Tar del Lazio, la multa è stata ridotta dall’authority guidata da Giovanni Pitruzzella con un provvedimento del 2 gennaio 2017.

Così il Consorzio bolognese non dovrà più sborsare 56 milioni ma 17 milioni di euro per farsi perdonare il tentativo di creare un “cartello” nel settore dei servizi di pulizia nelle scuole (secondo quanto gli è stato imputato). Tanto per rendere l’idea, il Cns dovrebbe realizzare oltre 15 mila metri quadrati di Sae (soluzioni abitative di emergenza, le casette il cui costo è stato fissato a 1.075 euro al metro quadrato) solo per rientrare del danno.

La storia del Cns è uno dei retroscena meno conosciuti della “Terremoto spa”, cioè quell’indotto economico che, piaccia o no, si sta sviluppando in centro Italia, l’area del paese più provata dagli eventi sismici degli ultimi anni ma anche costellata da migliaia di cooperative e piccole imprese attive nel settore delle costruzioni e di strutture abitative che stanno cercando di rimettersi in piedi dopo lunghi anni di crisi. Tutto il giro degli appalti è gestito dalla Consip, il braccio operativo del Mef che bandisce gare per i beni e servizi della pubblica amministrazione.

Ora, il nome del Cns entra ed esce dalle gare visto che si tratta di un colosso al quale aderiscono quasi 200 imprese specializzate in diversi settori (il giro d’affari è circa 750 milioni). Ma proprio su una di queste competizioni, il Consorzio inciampa nel 2015; l’Antitrust ritiene che si sia messo d’accordo con altre società per spartirsi i lotti di una gara per i servizi di pulizia nelle scuole italiane. La multa inflitta è enorme: 110 milioni di euro di cui 56 milioni a carico del Cns. Il resto è a spese degli altri componenti del “cartello”.

Quando accade tutto ciò il Consorzio bolognese sta attraversando un momento di ristrutturazione. Il coinvolgimento nelle inchieste su Mafia Capitale e un’ispezione del ministero dello Sviluppo economico che rileva irregolarità nell’ammissione di alcuni soci, costringono i vertici a dimissioni in blocco. Siamo nell’estate del 2015. Un nuovo consiglio di sorveglianza presieduto da Mauro Giordani si insedia e cerca di rimettere ordine nei conti (Giordani mette anche vizi e virtù del Cns nero su bianco in una relazione che vuole rappresentare uno spartiacque con la passata gestione). Dopo un anno il clima migliora ma scarseggiano i lavori.

Il “rating” della legalità
Facciamo un passo indietro. Cns è già il primo aggiudicatario, in cordata con la Cogeco 7, di due dei lotti della gara per la fornitura di soluzioni abitative d’emergenza nell’ambito dell’accordo quadro sempre con la Consip, per conto della Protezione Civile, che risale al 2014. L’intesa prevede, per il centro Italia, una fornitura massima di 6.000 moduli provvisori che scatta in caso di emergenza.

Le violente scosse di Amatrice prima e di Norcia poi rendono operativo l’accordo a fine 2016. Partono i primi ordini, il Cns scende in campo ma “gira” l’appalto per la fornitura delle prime 90 casette a una sua consociata: la Cosp Tecno Service di Terni, che fa parte del giro umbro di Lega coop. Scoppiano le polemiche poiché alcuni mettono in evidenza che la società non ha esperienza nella gestione delle emergenze sismiche. Ma Cosp Tecno Service ha un requisito che sbandiera sul suo sito internet: possiede il “rating” della legalità e l’iscrizione, sempre rinnovata, nella white list della Prefettura di Terni. Vuol dire che l’impresa non è soggetta a infiltrazioni mafiose. Requisito fondamentale di questi tempi e Cns lo sa.

Consultato da Tempi, il Consorzio non fornisce alcun tipo di informazione sulle modalità con cui sta procedendo nell’esecuzione degli ordini, né tantomeno sull’evoluzione della vicenda Antitrust (non si può escludere un ulteriore ricorso per contestare anche la multa di 17 milioni). Gli unici dati vengono dalla Protezione Civile. Secondo le ultime stime, sono 1.880 le Sae richieste nei comuni terremotati. Ma ne sono state assegnate solo 45 tra Amatrice e Norcia attraverso lotterie indette dai sindaci e non sono ancora abitabili. A distanza di quasi cinque mesi dal terremoto, nessuna famiglia colpita è ancora stata sistemata in queste strutture.

Mancano le aree e quando ci sono l’urbanizzazione delle stesse con servizi e marciapiedi. Burocrazia a parte, le tre imprese aggiudicatarie del bando Consip per il centro Italia stando agli ordini avranno da lavorare tutte, come confermano fonti della Protezione Civile, secondo un meccanismo a rotazione che prevede la fornitura di 850 casette per la prima in classifica (Cns), 780 per la seconda (Consorzio Stabile Arcale di Firenze) e 225 per la terza (Modulcasa Line di Parma). E così via.

Foto Ansa

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