Tagliare del 50 per cento i fondi alle scuole paritarie significa una sola cosa: farle chiudere

Pubblichiamo il comunicato della associazioni Agesc , Agidae, Aninsei, Faes, Fidae, Fism, Foe, Msc sui tagli alle paritarie. La situazione è drammatica

Nei giorni scorsi tempi.it ha annunciato che la spending review del governo Monti avrebbe ridotto e non aumentato di oltre il 50 per cento i fondi alle scuole paritarie. I responsabili delle associazioni delle famiglie, del corpo docente, delle direzioni didattiche, dei gestori e degli studenti, degli istituti interessati si sono incontrati con i segretari dei partiti per protestare. Pubblichiamo il comunicato stampa uscito al termine dell’incontro.

Le Associazioni rappresentative delle scuole paritarie di ogni ordine e grado, che fanno parte del Gruppo di Lavoro della Parità presso il MIUR, hanno svolto in questi ultimi giorni una serie di incontri con i rappresentanti dei partiti che sostengono l’attuale maggioranza di governo, al fine di esporre la difficilissima condizione in cui si trovano gli istituti paritari facenti parte del sistema nazionale di istruzione. In particolare, è stata posta all’attenzione dei leader dei partiti la drammatica situazione che si è prodotta a seguito dalla decurtazione di circa il 50% dei finanziamenti a questi destinati per l’anno 2013, che ne mette seriamente a rischio le possibilità di sopravvivenza, determinando così un potenziale gravissimo danno anche per i conti dello Stato, che grazie alle scuole paritarie risparmia ogni anno circa 6 miliardi di euro.

Al termine del giro di incontri, alcune considerazioni meritano di essere poste all’attenzione di tutti:

– è patrimonio comune delle forze politiche che sostengono il Governo Monti, la consapevolezza che le scuole paritarie fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale di istruzione e svolgono a tutti gli effetti e con indubbio merito un servizio pubblico; per questa ragione è assurdo continuare a discriminarle e danneggiarle economicamente;

– è diritto delle famiglie e degli studenti scegliere in piena libertà, e senza aggravi di spesa, il percorso scolastico desiderato, sia che questo si realizzi presso una scuola statale sia presso una scuola paritaria;

– le risorse destinate all’istruzione costituiscono, particolarmente in questo periodo di crisi, il primo e più grande investimento per la ripresa economica e sociale, e pertanto appare contraddittorio e controproducente il pesantissimo taglio previsto nei confronti dell’istruzione non statale;

– sta crescendo, anche presso le forze politiche che tradizionalmente si erano mostrate meno sensibili al tema della scuola paritaria, la consapevolezza del valore e dell’importanza della libertà di scelta educativa all’interno di un sistema nazionale integrato di istruzione efficiente e maturo; occorrono dunque efficaci forme di sostegno economico alle scuole paritarie e alle famiglie, per consentire l’effettivo esercizio di questo diritto;

– le campagne di stampa dei giorni scorsi, svolte da alcuni organi di informazione miranti a sollevare ostilità nei confronti della scuola non statale, appartengono ad un passato di contrapposizione ideologica che ai partiti dell’attuale maggioranza di governo non interessa né sostenere né rispolverare.

Per questi motivi, e per tanti altri che sono stati riconosciuti e menzionati dai leader dei partiti nel corso degli incontri, le associazioni facenti parte del Gruppo di Lavoro della Parità presso il MIUR chiedono che sia quanto meno ripristinato con la massima urgenza e certezza, onde scongiurare la chiusura di numerose scuole non statali, il fondo storico annuale di 530 milioni di euro a favore delle scuole paritarie (che, vogliamo ricordarlo, accolgono il 12% circa degli alunni italiani e percepiscono appena l’1% dei fondi statali destinati all’istruzione) e che si proceda con decisione verso l’attuazione di una piena e definitiva parità economica. Non possiamo permettere che l’importante ruolo educativo svolto dalle scuole paritarie sia messo a rischio dall’ostilità ideologica di pochi, che pretendono di mantenere il nostro Paese in una condizione permanente di conflitto sociale e culturale, che lo allontanerebbe definitivamente da quanto realizzato ormai nella maggior parte dei paesi più evoluti dell’Europa e del mondo intero.

Le Associazioni
Agesc , Agidae, Aninsei, Faes, Fidae, Fism, Foe, Msc

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