South Carolina: Gingrich stravince, Romney è nei guai

Continuano con un altro colpo di scena le primarie repubblicane Usa. In South Carolina il super favorito Romney viene superato di oltre dieci punti percentuali da Newt Gingrich

“«Questa è la versione politica di uno tsunami», esulta il giudice distrettuale William “Billy” Wilkins accogliendo Newt Gingrich nella ‘ballroom’ dell’Hilton dove la celebrazione per la vittoria del candidato superconservatore appoggiato da veterani e vecchia guardia evangelica si trasforma incredibilmente in una festa rock zeppa di giovani. Incredibile come la vittoria di un candidato che, dopo il crollo nei sondaggi a dicembre, piegato da una raffica di scandali e dalle sconfitte in Iowa e New Hampshire, era già stato seppellito da quasi tutti gli analisti. E invece l’ex speaker della Camera è riuscito a trasformare in appena una settimana una sicura sconfitta (era indietro di quasi venti punti) in una vittoria nettissima, con ben 12 punti di margine, sul favoritissimo Mitt Romney” (Corriere).

“Che, adesso vede aprirsi le porte dell’inferno davanti ai suoi piedi. Tre giorni fa sembrava avere la ‘nomination’ repubblicana in tasca, dopo la vittoria in New Hampshire e il grande vantaggio nei sondaggi in South Carolina e in quelli nazionali. 72 ore dopo l’ex governatore del Massachusetts è un candidato con le spalle al muro: la ‘medaglia’ dell’Iowa strappata dal suo petto e appuntata su quella di Santorum. Rick Perry che abbandona la corsa per la Casa Bianca e dà il suo appoggio a Gingrich. E poi il pasticcio delle tasse, col miliardario Romney costretto ad ammettere di pagarne pochine (15 per cento del reddito) e di avere capitali in paradisi fiscali come le isole Cayman, ma che al tempo stesso continua a non rendere pubblica la sua dichiarazione dei redditi. Risultato: la vittoria sicura si è trasformata all’improvviso in sconfitta cocente. 40 per cento dei suffragi per Gingrich, solo il 28% per Romney. Più dietro, il testa a testa tra Ron Paul e Santorum è stato vinto da quest’ultimo (17 per cento dei voti contro il 13 del candidato della destra radicale e libertaria)” (Corriere).

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