Secondo la scienza fra centomila anni avremo un testone così e gli occhi di Mimi Ayuara

Faces of the Future by Nickolay Lamm

Come tutti i cattolici nemici della scienza e del progresso, il Correttore di bozze è un creazionista reazionario e va in giro a dire che Adamo ed Eva esistono veramente, semmai è Darwin che non è mai esistito. Il Correttore di bozze crede che la storiella dell’uomo che discende dalla scimmia l’abbia inventata il Satanasso mentitore, e ogni volta che gli ritirano fuori l’immonda menzogna dell’evoluzione, lui si contorce e comincia a sbavare come una lumaca in una saliera.

Perciò capirete bene come sia rimasto scandalizzato quando ha appreso dal Corriere della Sera che «due giovani ricercatori della Washington University, un disegnatore, Nickolay Lamm, e un genetista del dipartimento di genetica computazionale, Alan Kwan» hanno ipotizzato proprio in base alle suddette blesfeme teorie i «tratti del volto e della testa dei nostri discendenti di 100 mila anni da oggi». Sacrilegio.

Ed ecco come saranno queste mefitiche creature. Scrive sul Corriere il genetista Edoardo Boncinelli:
«Avranno una testa più grande, con una fronte più spaziosa, per ospitare un cervello più grande; occhi più grandi, per vedere in condizioni di luce più difficili, quali quelle vigenti su pianeti più lontani dal sole del nostro; palpebre più spesse e/o arcate sopracciliari più marcate per superare le difficoltà della vista nello spazio; narici più ampie per affrontare atmosfere più rarefatte e una pigmentazione più pronunciata della pelle per meglio resistere all’esposizione a varie radiazioni vigenti nel cosmo. Completano il quadro l’uso di lenti a contatto e di protesi auricolari non visibili nella figura».

Basta vedere l’immagine pubblicata qui sopra per rendersi conto che a volte i giornali danno notizie scientifiche solo per riempire le pagine vuote. Oppure che gli scienziati, proprio come i correttori di bozze, da piccoli si scassavano di cartoni animati giapponesi, desiderando nel profondo del cuore di avere anche loro un giorno gli occhioni grandi e scintillanti di Mimi Ayuara.

A sorpresa, invece, Boncinelli decide di affrontare la cosa seriamente, vergando ponderose considerazioni come per esempio che «per l’evoluzione biologica 100 mila anni sono probabilmente ancora pochi per poter vedere un effetto di qualche rilevanza»; poi che bisognerebbe calcolare meglio «l’effetto delle protesi artificiali», che «sarà a quell’epoca verosimilmente enorme»; e ancora che sicuramente «per allora avremo messo mano a modifiche, minime o più rilevanti, alla struttura del nostro genoma, con effetti difficilmente prevedibili». Già. I prodigi della genetica applicati all’evoluzione biologica. Chi può dire se un domani, per esempio, fra centomila anni o magari un paio di settimane, con gli opportuni ritocchi boncinelliani alla struttura del genoma, gli uomini non riusciranno miracolosamente a saltare la fase Lamm-Kwan per sublimarsi direttamente in teletubbies.

Faces of the Future by @Correttoredibox
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