Match point Sassuolo: verso una storica Serie A dove il sogno è «battere l’Inter a San Siro»

Ha l'anima giovane di Boakye, Berardi e Pavoletti, e gli intelligenti investimenti del patron Squinzi. Se vince oggi il derby col Modena il club neroverde centra la sua prima promozione nella massima serie

Difficile credere che dieci anni fa, quando Giorgio Squinzi (ora presidente di Confindustria) mise la sua Mapei a capo del Sassuolo Calcio, ci fosse davvero la speranza che nel giro di un decennio quel piccolo club di provincia potesse arrivare davvero in Serie A. L’idea di fare investimenti importanti c’era, ma è risaputo che nel calcio le grandi spese non sempre sono sinonimo di successo e vittorie. Stasera, invece, il club nero-verde quel traguardo potrebbe finalmente tagliarlo vincendo il derby esterno contro il Modena al Braglia, stadio che da quando il piccolo comune emiliano ha una squadra in B è diventato anche casa sua. E culminare un’ascesa che è iniziata nel 2006, anno in cui nel fango dei campi di C2 i palcoscenici dorati della Serie A sembravano lontani anni luce.

ATTACCO GIOVANE. E invece, eccolo qui il Sassuolo. La conquista della promozione è ormai una formalità per il gruppo di Eusebio Di Francesco, in testa alla cadetteria da inizio stagione, con un organico ben oleato e talentuoso, che si affida alle giovani reti di Pavoletti, Boakye e Berardi, 32 gol e 63 anni in tre.
In una Serie B dominata da bomber d’esperienza che hanno già passato ormai le primavere più promettenti (Ardemagni, Sansovini, Gonzalez) e da giocatori che la A l’hanno assaggiata eccome e ora provano a riconquistarla (Tavano, Maccarone, Cacia), a bagnare il naso a tutti sono stati questi tre campioni in erba, ora sui taccuini di tanti osservatori, leader di un attacco che è il più prolifico della categoria.
E dire che con tutti quei soldi Squinzi avrebbe potuto tranquillamente provare a strappare la firma di qualche nome blasonato. Ha sempre preferito invece partire a costruire gli organici dall’allenatore: prima Allegri, poi Mandolini, Pioli, Pea. Tutto sotto l’occhio vigile di Nereo Bonato, ex portiere del Brescello in Serie C e ora ds dei neroverdi.

CAPITOLO STADIO. Ora che invece la Serie A è ad un passo, Giorgio Squinzi va cauto, senza promettere grandi acquisti ma spiegando che riutilizzerà solo quanto arriverà dai diritti tv per mettere su una squadra che sappia sudarsi la salvezza.
Ci sarà da pensare al nodo stadio: impensabile un ritorno a Sassuolo, in dubbio la permanenza anche a Modena, si guarda con interesse al Giglio, casa della Reggiana, una trentina di chilometri di distanza dal piccolo comune di 40 mila anime da cui arrivano i 4 mila tifosi che in media assistono ai match casalinghi.
Stasera aspettano di festeggiare questa storica promozione, stringendosi attorno al loro patron. Il suo sogno si sta avverando. In cima alla lista Squinzi ha già pronto il secondo, che ha le tinte rossonere della sua fede calcistica: «Battere l’Inter a San Siro».

@LeleMichela

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