Sai quanti premi Nobel se i nostri magistrati scrivessero romanzi

In Italia c’è qualcosa che non funziona nella gestione delle risorse umane. Potremmo sviluppare un punto di Pil in più se solo collocassimo le persone giuste al posto giusto.

Prendiamo la letteratura, per esempio. Il massimo che noi riusciamo a mettere in campo è qualche depresso cronico che la tira in lungo con la noiosa solitudine dei numeri primi. Al contrario i nostri competitori internazionali schierano assi del calibro di Dan Brown, J. K. Rowling, Stephenie Meyer.

Tutti scrittori dalla fantasia sfrenata che sanno immaginare intrighi, complotti e personaggi straordinari che ci tengono legati alle pagine dei loro libri con lo spasmodico desiderio di scoprire come va a finire.

Gente così esiste anche in Italia solo che, non si capisce perché, invece di fare gli scrittori fanno i pm. La P4, Why Not, la trattativa stato mafia potrebbero essere titoli di successo e invece sono solo telenovele burla che sprecano soldi pubblici per soddisfare la voglia di protagonismo di certi magistrati che, se avessero seguito la propria vocazione, ora sarebbero candidati al Nobel per la letteratura.

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