“Rivolta” Beccaria. Farina: «Sbagliato dipingere questi ragazzi come dei miti»

I media hanno dipinto con tinte da romanzo il 14enne che ha causato l'incendio al carcere minorile. Renato Farina lo ha incontrato e ha anche constatato la difficile situazione del penitenziario. Per questo ha presentato un'interrogazione al ministro della Giustizia

L’hanno chiamato “Pulce” o, con più prosopopea, il “piccolo Vallanzasca”. È il quattordicenne che sabato 15 settembre ha “guidato la rivolta” nel carcere minorile Beccaria di Milano. E già nel nomignolo e nell’enfatizzazione dell’evento c’è tutto l’errore dei media nel voler dipingere a tinte fosche una storia che, invece, ha aspetti molto tristi e per niente da romanzo noir.

Il deputato del Pdl, Renato Farina, sempre attento al mondo delle carceri, si è recato al Beccaria, incontrando – come ha raccontato in una nota dopo la visita – «i 14 ragazzi del “primo gruppo” che hanno dato il via alla protesta che poi ha coinvolto altri due gruppi». Farina spiega che «l’agitazione è nata dalla assenza di “assistenti” (agenti) per cui passano i pomeriggi in camerette chiuse. Il Beccaria è sovraffollato, mancano agenti, e la capienza è stata portata a 60 detenuti quando due anni fa il massimo tollerato era di 46, pur essendo nel frattempo chiuso metà edificio per lavori».

Il deputato ha incontrato «anche l’ormai famoso “Vallanzasca”, indicato come il capo rivolta», che, chiosa Farina «è fuori luogo e negativo farne un mito».
«I ragazzi – conclude – mi hanno confermato di non aver subito percosse. Nella mattinata hanno ripulito i locali dai segni di incendio. Ero accompagnato dal comandante Costa, e il clima era tornato sereno. Da domani riprendono i corsi di formazione al lavoro».

Su questi fatti e le carenze, Farina ha preparato un’interrogazione al ministro della Giustizia in cui chiede di intervenire per riportare alla legalità la situazione di gravità assoluta del Beccaria («i detenuti – scrive Farina – sono ammassati in sei per cella in uno spazio esiguo, misurabile a vista in circa 12 metri quadrati, la pavimentazione è a cemento viva senza alcuna garanzia di igiene, l’intonaco cade dal soffitto, mancano le porte dei servizi). E in cui chiede spiegazioni sulla divulgazione della notizia e sull’enfasi distorta data dai media.

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