Risposta a don Colmegna: la convivenza proposta da Pisapia è l’opposto della visione cristiana

Giuliano Pisapia è favorevole alla legalizzazione degli spinelli, all’istituzione delle camere del buco per permettere agli eroinomani di autodistruggersi in santa pace, all’istituzione del registro comunale delle coppie di fatto, ai pacs, alla fecondazione assistita omologa ed eterologa, alla selezione eugenetica degli embrioni. Don Colmegna non è turbato da tutto questo?

A Milano siamo arrivati al ballottaggio fra Letizia Moratti e Giuliano Pisapia per il rinnovo del sindaco, e sono andato a rileggermi la risposta con cui don Virginio Colmegna, direttore della Caritas diocesana, ha replicato all’articolo con cui Benedetta Frigerio su Tempi.it ha preso in castagna i cattolici milanesi che hanno sottoscritto un appello al voto per il candidato comunista, fra i quali il noto sacerdote.

Un passaggio dell’autodifesa di Colmegna colpisce particolarmente per la carenza di logica: «Il modo di propagandare stili di vita che irridono alla morale» scrive, «il sostenere identità egoistiche e chiuse che non si lasciano attrarre dalla logica evangelica dell’ospitalità, mina alla radice la motivazione più profonda che mi fa scegliere giorno per giorno di stare e condividere prossimità con chi nella città soffre, è escluso, è povero. (…) Non credo proprio che lo stile di vita non c’entri con una scelta e con un orientamento politico. Il degrado etico e barzellettiero che stiamo vivendo mi preoccupa a tal punto che non mi permette di stare zitto». Tradotto in parole povere: Berlusconi si comporta come uno sporcaccione e la Lega è xenofoba, perciò voto Pisapia. Sta in piedi il ragionamento? Per niente.

Intanto, Berlusconi non ha fatto propaganda proprio per nulla a stili di vita che irridono la morale: è accusato di fattispecie di reato che dipenderebbero da asseriti comportamenti viziosi (da provare) nel contesto di un’inchiesta giudiziaria fondata su intercettazioni telefoniche e spiate varie; non è Berlusconi che fa propaganda al vizio, vero o presunto, ma i suoi accusatori che dicono di averlo svelato. Ammesso e non concesso che ciò di cui è accusato Berlusconi sia vero, o che lo sia in parte, non ci troveremmo comunque di fronte a uno sfrontato che irride la morale e la vuole ribaltare dando lui l’esempio di un’antimorale, ma ad un peccatore che, come tutti i peccatori che sanno nel profondo di sé di esserlo, agiva nell’ombra della notte, e che è stato svergognato dai suoi nemici, più interessati a sconfiggerlo che al trionfo del bene in sé e per sé.

Quanto poi alla Lega Nord, la sua presenza nella coalizione che ha governato Milano non ha impedito una collaborazione a volte anche molto stretta fra la Caritas e l’amministrazione comunale. Quando si è trattato di percepire finanziamenti approvati anche col voto della Lega Nord, don Colmegna non ha mostrato gli scrupoli che ora gli rendono impossibile un voto all’amministrazione uscente. E inoltre: è accettabile un ragionamento in base al quale un singolo partito con la sua presenza infetta tutta la coalizione? Non bisognerebbe allora applicare lo stesso principio alla coalizione che ha sostenuto Pisapia, dove le formazioni politiche oltranziste e incompatibili con la morale abbondano? Non bisognerebbe applicare il principio allo stesso Pisapia?

Il candidato “galantuomo”, come lo definiscono i manifesti dei suoi simpatizzanti, è favorevole alla legalizzazione degli spinelli, all’istituzione delle camere del buco per permettere agli eroinomani di autodistruggersi in santa pace, all’istituzione del registro comunale delle coppie di fatto, ai pacs, alla fecondazione assistita omologa ed eterologa, alla selezione eugenetica degli embrioni, all’eutanasia, all’aborto legalizzato e alla costruzione di moschee che, in un contesto come quello milanese, verrebbero egemonizzate dall’Ucoii, cioè dalla filiale italiana dei Fratelli Musulmani (i fondamentalisti che per primi hanno teorizzato lo Stato islamico retto esclusivamente dalla sharia).

La coscienza morale, civile e cristiana di don Colmegna non è turbata proprio per niente da tutto questo? Io potrei capire un direttore della Caritas che mi dicesse: “Nessuno dei due candidati e delle due coalizioni è all’altezza di certi standard morali, di certi princìpi irrinunciabili, e perciò sono costretto ad astenermi”. Ma francamente dare il voto a Pisapia in nome di una maggiore moralità di tale candidato non sta né in cielo né in terra. Berlusconi è incoerente rispetto alla fede cristiana che dice di professare, ma Pisapia è il portatore di una visione dell’uomo e di un progetto di convivenza civile diametralmente opposti a quelli cristiani. Berlusconi è un povero cristiano peccatore, Pisapia è, metaforicamente parlando, un Anticristo. Che le Scritture descrivono come personaggio suadente. I modi gentili e l’eloquio suadente non ingannino.

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