La rinascita della Reggia di Caserta. Quando l’entrata gratuita è un affare

Boom di ingressi per l'ultima "domenica al museo" (quasi 15mila persone gratis), ma nel 2014 a crescere è stato soprattuto il pubblico pagante

Nel nono appuntamento della “domenica al museo” del 2 marzo, che offre l’ingresso gratuito a tutti i monumenti statali del Paese, si è registrato un numero di presenze record di ben 321.720 visitatori, secondo i dati diffusi dal ministero dei Beni culturali. Oltre al sito tradizionalmente più visitato, il Colosseo (che ha raggiunto quota 30.156 presenze), va segnalato il boom di visite alla Reggia di Caserta, 14.968 persone che hanno decuplicato il numero di visitatori delle passate edizioni, e doppiato il precedente record del 7 dicembre 2013 di quasi 8 mila visitatori. La Reggia ha così battuto altri siti tradizionalmente nella top ten, come Pompei (10.380 visitatori il 2 marzo), il circuito museale del Giardino di Boboli (9.651) o la Galleria degli Uffizi (7.250) a Firenze. «C’è un trend positivo che mostra una crescita del numero dei turisti, da quando è stata introdotta la possibilità di visitare gratis la Reggia ogni prima domenica» fanno sapere a tempi.it dalla Sovrintendenza dei beni culturali di Caserta che gestisce il Palazzo reale e i suoi giardini.
«Notiamo che sta tornando una forte attenzione per la Reggia: questa delle domeniche gratuite è la forma di comunicazione di questo monumento più interessante tra quelle in atto. In un periodo di grave crisi economica, in effetti ha permesso a moltissimi italiani di visitare un monumento, in particolare alle famiglie con figli. Se pensiamo che un nucleo di quattro persone spenderebbe 40 euro di biglietti di ingressi, si comprende perché prima di questa iniziativa tra i visitatori le famiglie fossero meno frequenti. Ora non è più così, e ciò ha un doppio effetto positivo: il pubblico gratuito a sua volta “comunica” all’esterno la bellezza della Reggia, facendo la migliore pubblicità possibile e incentiva i visitatori paganti».

UN AFFARE. Dati alla mano, la Sovrintendenza spiega che per le 1.200 stanze, gli stucchi e le volte affrescate, le 34 scalinate e i 120 ettari di parco, si sono affollati nel 2014 più visitatori paganti che gratuiti. Più precisamente, a visitare la più grande residenza reale al mondo sono state «428 mila persone, di cui 211 mila gratuiti e 217 mila paganti per un incasso di 2 milioni e 303 mila euro. Nel 2013, l’incasso era stato inferiore (2 milioni 126 mila euro) ma il numero di visitatori era stato leggermente superiore (440 mila): questo significa che nel 2014 a crescere è stato il pubblico pagante. Lo dimostrano ad esempio anche i risultati dello scorso 7-8 dicembre. Il 7 era una domenica, e l’ingresso gratuito ci ha portato quasi 8 mila persone. Ma il giorno successivo, a pagamento, il numero di visitatori si è mantenuto superiore a quello di altre normali giornate, con 2 mila persone. L’interesse si conferma quindi per la Reggia e non solo per la gratuità».

DEGRADO NEL 2013. Dalla Reggia spiegano anche che il pubblico è interessato a vari aspetti, c’è chi entra per ammirare il tripudio di ori del palazzo borbonico, c’è chi preferisce passare semplicemente una domenica al Parco. Per comprendere come il risultato del 2 marzo rappresenti una sorta di “risveglio” di questo patrimonio dell’Unesco, occorre fare un piccolo passo indietro e ritornare al maggio-giugno del 2013, quando i principali media nazionali diedero la notizia di un megablitz dei Carabinieri proprio nella Reggia. Ventitré persone furono arrestate nei giardini per detenzione e spaccio di droga, mentre facevano il giro sui giornali le foto dei venditori ambulanti che svogliatamente bivaccavano indisturbati dentro i cortili del palazzo. Scoppiò un caos, che culminò in una visita a sorpresa, il 2 giugno, dell’allora ministro ai Beni Culturali Massimo Bray, che visitò in bicicletta la Reggia, come un qualsiasi turista, per documentare la situazione di abbandono. In seguito il ministro elaborò un pacchetto di proposte per risolvere i numerosi problemi di degrado che ferivano il complesso vanvitelliano.

LA NUOVA POLITICA. Da allora, spiegano alla Reggia, «c’è stata una politica di maggiore promozione e valorizzazione che ha funzionato e dato riscontri. Adesso la Reggia è percepita come un luogo più sicuro e la vera novità è stata che nel 2014 c’è stata un cambio nella gestione. Abbiamo sempre avuto il problema di ambulanti che giravano all’interno della Reggia, e ora non ci sono più, mentre all’esterno del sito la loro presenza è stata significativamente ridotta. Il parco è sempre vigilato e abbiamo organizzato un servizio di trasporto con bici, bus elettrici e mezzi ippotrainati. Ecco anche perché pian piano il trend dei visitatori torna positivo, anche se non ancora al livello del milione di ingressi del 1994, quando la Campania fu sede del G7».
Anche Iolanda Capriglione, presidente del casertano Club Unesco (che in tutt’Italia si occupano della promozione dei siti patrimonio dell’umanità) e in passato autrice di ripetute denunce sullo stato d’abbandono della Reggia, promuove la linea odierna: «La Reggia – dice a tempi.it – dopo che è andata via la precedente sovrintendente, una vera disgrazia per il sito, ha ricevuto un’attenzione diversa. Oggettivamente ora il Palazzo è molto più fruibile al visitatore. Gli orari in passato venivano cambiati all’improvviso e la gestione non era chiara, mentre adesso c’è più ordine. Certo c’è ancora altro da fare, ad esempio connetterla a San Leucio, altro sito Patrimonio Unesco distante pochissimi chilometri. È il borgo dove hanno sede le seterie borboniche, che ancora oggi forniscono il Vaticano, il Quirinale e Buckingham Palace: un villaggio dove i Borboni sperimentarono un nuovo sistema sociale, di integrazione e sostegno degli operai, che oggi attira circa 30 mila turisti all’anno. Basterebbe collegarlo meglio, ad esempio con i bus elettrici».

Foto Reggia di Caserta da Shutterstock

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