Ridestati Europa, urge alzare lo sguardo

Parte un ciclo di incontri organizzato dall’associazione LabOra su cosa sia e quale sia l'anima del Vecchio Continente. Primo appuntamento con Castellani, Reho, Ragone a Monza

Galli della Loggia sul Corriere della sera di lunedì 5 febbraio ha evidenziato un enorme problema: l’Unione Europea investe una parte insignificante del suo budget nella cultura umanistica. Da dove veniamo? Quale storia ci ha generato? Per quali ideali sono morti i nostri padri? Che cosa rende possibile una comunità? Queste sono tutte domande su cui la Commissione Europea non ha intenzione di investire e, di conseguenza, questioni su cui i “cittadini dell’Unione” non sono invitati a riflettere.

Quando oggi pensiamo all’Europa, che nell’immaginario politico significa Unione Europea, le prime parole che ci vengono in mente sono quelle che connotano una recente campagna pubblicitaria affissa nella metro di Milano: sostenibilità, green deal, digital transition, science-based policy, stato di diritto. L’Europa è concepita oggi come un insieme di iniziative, di azioni volte a raggiungere un determinato obiettivo come la riduzione delle emissioni, assicurare i “diritti” e regolare la transizione digitale.

Cosa significa “Europa”?

Su queste stesse basi si cerca di immaginare il futuro dell’Europa. Almeno un editoriale al giorno è, infatti, dedicato alla necessità di un’Europa unita e maggiormente integrata. Proprio a questo fine si è svolta tra il 2022 e il 2023 la “Conferenza sul futuro dell’Europa” che ha fissato le priorità per i prossimi anni in settori quali l’economia, la giustizia sociale, le relazioni esterne, l’energia, i cambiamenti climatici e la salute. Lo sguardo di chi anima il dibattito pubblico e di chi lavora a Bruxelles è quindi rivolto alle funzioni svolte dall’Unione Europea e ai criteri che gli stati membri dovranno soddisfare nei prossimi anni.

Nessuno sembra più chiedersi, tuttavia, che cosa significhi “Europa” e che cosa abbia generato e reso possibile questo esperimento unico nel suo genere in grado di tenere insieme nazioni e popoli di lingua e cultura diversa.

Dal mensile:

Che le risposte sopra elencate siano riduttive e insufficienti emerge dalla reazione degli elettori nei confronti di ciò che viene discusso e deciso a Bruxelles. La classe media dell’UE, infatti, si sta impoverendo e non comprende più i vantaggi dello stare insieme. Allo stesso modo, i sacrifici richiesti alla maggior parte della popolazione per gestire le numerose crisi non sembrano ricompensati da una prospettiva di miglioramento della qualità della vita. La risposta a tutto questo si manifesta in rabbia e indifferenza.

Le parole di De Gasperi

È urgente, quindi, tornare a discutere dei fondamentali. L’Europa non è un accidente della storia ma, come ricordava Benedetto XVI, è il frutto di una storia precisa e di coordinate precise: Gerusalemme Atene e Roma. Questo era chiaro per i padri fondatori che hanno sognato la Comunità Europea. Così, infatti, si esprimeva Alcide De Gasperi:

«Come italiano e cristiano non esiterei a dire che, nella sua parte migliore, l’Europa è già unita, è tutt’uno. Esiste una storia europea come esiste una civiltà europea. […] Per quanto riguarda le istituzioni bisogna ricercare l’unione soltanto nella misura in cui ciò è necessario, e, per meglio dire, in cui è indispensabile. Preservando l’autonomia di tutto ciò che è alla base della vita spirituale, culturale, politica di ogni nazione, si salvaguardano le fonti naturali della vita in comune». (Discorso alla Tavola rotonda del Consiglio d’Europa, Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi, Esteri, III, b. 26, Consiglio d’Europa, Roma, 13 ottobre 1953)

Le parole di De Gasperi ci invitano ad alzare lo sguardo e a recuperare quello che abbiamo ereditato per riscoprire la vera origine dell’Europa unita, che non è mai stato un progetto omologante, ma un ideale volto a promuovere le particolarità spirituali, culturali e politiche di ogni nazione.

Il ciclo di incontri

Per aiutarci ad alzare lo sguardo, l’Associazione LabOra ha organizzato un ciclo di incontri intitolato “Ridestati Europa” che attraverserà le città di Monza, Lecco, Brescia e Milano. L’iniziativa si propone di porre a tema l’identità dell’Europa alla luce della sua storia, del suo ruolo del mondo, della libertà di intrapresa e della cultura occidentale. Oltre all’associazione LabOra, l’evento vedrà il coinvolgimento di Tempi, Fondazione Europa Civiltà, associazione Esserci, associazione Pontenuovo, Centro Culturale Alessandro Manzoni e Aliseo Editoriale. Di seguito il programma dettagliato:

Quale modello di Europa? Dalle origini ad oggi

Intervengono:

Lorenzo Castellani (Lecturer presso la LUISS School of Government e docente di storia delle istituzioni politiche presso la LUISS Guido Carli)

Federico Ottavio Reho (Coordinatore della ricerca del Martens Centre e dottorando presso il St. Anthony’s College dell’Università di Oxford)

Giada Ragone (Ricercatore di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano)

Modera: Emanuele Boffi (Giornalista, direttore di Tempi)

 

Il ruolo dell’Europa nel mondo

Intervengono:

Alberto Mingardi (Professore associato di storia del pensiero politico presso l’Università IULM di Milano, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni)

Luigi Crema (Professore associato di diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Milano)

Alberto Piatti (già presidente della Fondazione AVSI e già direttore sviluppo sostenibile Eni)

Francesco Dalmazio Casini (Giornalista, direttore di Aliseo Editoriale)

Modera: Martino Cervo (Vicedirettore La Verità)

 

Europa e libertà d’intrapresa

Intervengono:

Antonio Gozzi (Presidente Federacciai)

Emanuele Bracco (Professore associato di economia politica presso l’Università di Verona)

Mauro Parolini (Ingegnere, già Assessore allo Sviluppo economico di regione Lombardia)

Modera: Carlo Muzzi (Giornalista, Giornale di Brescia)

 

Europa e occidente: da dove ripartire?

Interviene:

Mattia Ferraresi (Caporedattore Domani)

Rémi Brague (da confermare)

Modera: Rodolfo Casadei (Giornalista, rivista Tempi)

Per iscrizioni e ulteriori informazioni si rimanda al seguente link: https://forms.gle/jR1Fi3pWfrP94Cui7

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