Quando oggi pensiamo all’Europa, che nell’immaginario politico significa Unione Europea, le prime parole che ci vengono in mente sono quelle che connotano una recente campagna pubblicitaria affissa nella metro di Milano: sostenibilità, green deal, digital transition, science-based policy, stato di diritto. L’Europa è concepita oggi come un insieme di iniziative, di azioni volte a raggiungere un determinato obiettivo come la riduzione delle emissioni, assicurare i “diritti” e regolare la transizione digitale.
Su queste stesse basi si cerca di immaginare il futuro dell’Europa. Almeno un editoriale al giorno è, infatti, dedicato alla necessità di un’Europa unita e maggiormente integrata. Proprio a questo fine si è svolta tra il 2022 e il 2023 la “Conferenza sul futuro dell’Europa” che ha fissato le priorità per i prossimi anni in settori quali l’economia, la giustizia sociale, le relazioni esterne, l’energia, i cambiamenti climatici e la salute. Lo sguardo di chi anima il dibattito pubblico e di chi lavora a Bruxelles è quindi rivolto alle funzioni svolte dall’Unione Europea e ai criteri che gli stati membri dovranno soddisfare nei prossimi anni.
Nessuno sembra più chiedersi, tuttavia, che cosa significhi “Europa” e che cosa abbia generato e reso possibile questo esperimento unico nel suo genere in grado di tenere insieme nazioni e popoli di lingua e cultura diversa.
Che le risposte sopra elencate siano riduttive e insufficienti emerge dalla reazione degli elettori nei confronti di ciò che viene discusso e deciso a Bruxelles. La classe media dell’UE, infatti, si sta impoverendo e non comprende più i vantaggi dello stare insieme. Allo stesso modo, i sacrifici richiesti alla maggior parte della popolazione per gestire le numerose crisi non sembrano ricompensati da una prospettiva di miglioramento della qualità della vita. La risposta a tutto questo si manifesta in rabbia e indifferenza.
«Come italiano e cristiano non esiterei a dire che, nella sua parte migliore, l’Europa è già unita, è tutt’uno. Esiste una storia europea come esiste una civiltà europea. […] Per quanto riguarda le istituzioni bisogna ricercare l’unione soltanto nella misura in cui ciò è necessario, e, per meglio dire, in cui è indispensabile. Preservando l’autonomia di tutto ciò che è alla base della vita spirituale, culturale, politica di ogni nazione, si salvaguardano le fonti naturali della vita in comune». (Discorso alla Tavola rotonda del Consiglio d’Europa, Archivi Storici dell’Unione Europea, ASUE – Fondo Alcide De Gasperi, Esteri, III, b. 26, Consiglio d’Europa, Roma, 13 ottobre 1953)
Le parole di De Gasperi ci invitano ad alzare lo sguardo e a recuperare quello che abbiamo ereditato per riscoprire la vera origine dell’Europa unita, che non è mai stato un progetto omologante, ma un ideale volto a promuovere le particolarità spirituali, culturali e politiche di ogni nazione.
Intervengono:
Lorenzo Castellani (Lecturer presso la LUISS School of Government e docente di storia delle istituzioni politiche presso la LUISS Guido Carli)
Federico Ottavio Reho (Coordinatore della ricerca del Martens Centre e dottorando presso il St. Anthony’s College dell’Università di Oxford)
Giada Ragone (Ricercatore di diritto costituzionale presso l’Università degli Studi di Milano)
Modera: Emanuele Boffi (Giornalista, direttore di Tempi)
Intervengono:
Alberto Mingardi (Professore associato di storia del pensiero politico presso l’Università IULM di Milano, direttore generale dell’Istituto Bruno Leoni)
Luigi Crema (Professore associato di diritto internazionale presso l’Università degli Studi di Milano)
Alberto Piatti (già presidente della Fondazione AVSI e già direttore sviluppo sostenibile Eni)
Francesco Dalmazio Casini (Giornalista, direttore di Aliseo Editoriale)
Modera: Martino Cervo (Vicedirettore La Verità)
Intervengono:
Antonio Gozzi (Presidente Federacciai)
Emanuele Bracco (Professore associato di economia politica presso l’Università di Verona)
Mauro Parolini (Ingegnere, già Assessore allo Sviluppo economico di regione Lombardia)
Modera: Carlo Muzzi (Giornalista, Giornale di Brescia)
Interviene:
Mattia Ferraresi (Caporedattore Domani)
Rémi Brague (da confermare)
Modera: Rodolfo Casadei (Giornalista, rivista Tempi)
Per iscrizioni e ulteriori informazioni si rimanda al seguente link: https://forms.gle/jR1Fi3pWfrP94Cui7