Riccardi recita il requiem per il Fattore Famiglia, ma il Forum non si arrende

Rispondendo al question time in Senato il ministro dell'Integrazione ha definitivamente escluso il Fattore Famiglia dal Piano Nazionale per le famiglie. Il vice presidente del Forum, Gianna Savaris, contrattacca: «I costi erano stati calcolati dall'inizio».

«Il Fattore Famiglia? Era mio desiderio attuarlo nella sua completezza, ma sarebbero stati necessari 15 miliardi: per il momento non ci sono le risorse». Così ha risposto il ministro per l’integrazione Andrea Riccardi nel “question time” in Senato dedicato al Piano Nazionale per la famiglia, che sarà approvato in via definitiva prossimamente dal Consiglio dei Ministri. «Evidentemente il ministro Riccardi non è molto informato – parte all’attacco Gianna Savaris, vice presidente del Forum delle Associazioni Familiari – l’eventualità di dover affrontare il problema dei costi del Fattore Famiglia era stata considerata fin dall’inizio, tant’è che si era pensato a un piano suddiviso nell’arco di più anni (ne avevamo ipotizzati cinque, ma potevano essere di più) per arrivare a pieno regime».

Invece il Piano Nazionale è scomparso
Siamo veramente rammaricati. Eravamo anche disposti ad accettare un testo che affermasse almeno il valore della proposta, riservandoci poi di vederne l’applicazione appena possibile.

E proporre una cura di fosforo per i nostri politici?
La memoria storica sul Fattore Famiglia è piuttosto problematica. Anche il presidente della Camera, l’onorevole Gianfranco Fini, continua a parlare di quoziente familiare, pur avendo nel cassetto da ben quattro anni un milione e mezzo di firme che abbiamo raccolto per il Fattore Famiglia.

Non è la stessa cosa?
Non direi. Il Fattore Famiglia è una correzione italiana al quoziente familiare (che si usa per esempio in Francia) che da noi per vari motivi non può essere applicato. È un progetto cucito sulla situazione italiana, ed era stato legittimato all’interno del Piano Nazionale licenziato nella Conferenza operativa di Milano del novembre 2010, quando la crisi economica stava già mordendo.

È solo un problema di risorse economiche?
Non solo, è una questione di scelte politiche e culturali. C’è una visione della società e dell’uomo fortemente individualistica, in cui questo governo si è riposizionato in modo assoluto. Nessuna realtà relazionale, della quale la famiglia è massima esponente, viene presa in considerazione. C’è un’immagine statica della famiglia che, come tristemente afferma il ministro Fornero, invece di lasciare in eredità valori morali mira a lasciare in eredità la villetta. Sono parole che offendono l’intelligenza stessa del ministro.

Recitiamo il requiem per il Fattore Famiglia?
Noi continueremo a lavorare per far capire al governo non occorrono 15 miliardi subito, si può partire dalle famiglie dal reddito più basso, per esempio. Del resto le grandi riforme si fanno nei momenti di crisi, è quando la situazione è grave che bisogna creare una prospettiva.

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