Renzi e il Pd abbandonano il governo. Letta annuncia le dimissioni. Renzi: «Ora un nuovo governo»

Matteo Renzi e la direzione generale del Pd propongono una «fase nuova con un esecutivo nuovo» con la stessa coalizione di governo e senza andare alle elezioni. Letta salirà al Qurinale domani per rassegnare le dimissioni

Matteo Renzi ha deciso. Il segretario del Pd abbandona ufficialmente Letta e il governo. Il Partito Democratico accetta la linea del segretario e propone un nuovo esecutivo. Ma senza andare alle urne. Questo è l’esito della Direzione nazionale del Pd, che si è conclusa questo pomeriggio.
«Ci sono dei momenti – ha spiegato alla Direzione del Pd il segretario democratico – in cui chi ha responsabilità di guida è chiamato a un duplice impegno»: «Franchezza e trasparenza» si devono accompagnare alla «indicazione di una proposta».

DIMISSIONI DI LETTA. «A seguito delle decisioni assunte oggi dalla Direzione nazionale del Partito Democratico – ha dichiarato Letta in una nota ufficiale – ho informato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, della mia volontà di recarmi domani al Quirinale per rassegnare le dimissioni da presidente del Consiglio dei Ministri».

NUOVO GOVERNO, STESSA COALIZIONE. La proposta del segretario è quella di formare un nuovo governo con la stessa coalizione che ha sostenuto Letta. «Nessun processo al governo Letta», ha affermato Renzi, ringraziando il presidente del Consiglio del «positivo lavoro» svolto, «ma la direzione del Pd rileva la necessità e l’urgenza di aprire una fase nuova con un esecutivo nuovo che si ponga un obiettivo di legislatura». «Missione difficile con questo Parlamento», ha spiegato Renzi, «ma chi fa politica ha il dovere di rischiare in alcuni momenti». E questo, ha spiegato Renzi, alludendo probabilmente a una sua candidatura alla presidenza del Consiglio, «vale anche per me».

CUPERLO: OK A RENZI. A favore del documento presentato dal segretario c’è anche la minoranza del Pd guidata da Gianni Cuperlo: «Assumiamo la linea politica indicata dal segretario», ha spiegato l’ex presidente del Pd. «Avevamo auspicato che non ci fosse un voto per evitare ulteriori lacerazioni. Ma di fronte alla necessità di esprimersi sul documento proposto dal segretario, voteremo a favore». Gli esponenti lettiani in direzione Pd hanno invece lasciato la sala per non partecipare al voto sul documento che toglierà la fiducia del Pd al governo Letta.

LETTA ASSENTE. In questi giorni si era parlato molto di una caduta del governo Letta e di una staffetta col segretario del Pd. Forse per questo il presidente del Consiglio non si è presentato alla Direzione nazionale del suo partito. «Si decida con serenità» aveva detto il capo del governo che ieri ha presentato il suo “Impegno Italia”, un programma col quale ha cercato di rintuzzare gli attacchi del segretario, e che Renzi ha oggi definito un «valido contributo» per il lavoro del futuro esecutivo.

NO AL VOTO. NON RISOLVE. «Il voto è suggestivo, ma non risolve» le cose, ha detto il segretario Pd. «Il cambiamento è delicato ma necessario», però non si può andare alle urne. «La strada delle elezioni ha una suggestione e un fascino», ha spiegato Renzi, ma «ancora oggi non abbiamo una normativa elettorale in grado di garantire la certezza della vittoria». Avrebbero un «valore purificatore» ma «in questo momento non riuscirebbero a risolvere i problemi nel Paese», ha proseguito Renzi alla direzione del Pd. «Il Pd potrebbe aspettare e non rischiare ma in 20 anni non si sono fatte le cose. O il Pd ha un protagonismo forte o il cambiamento è solo a parole».

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