Record di decapitazioni in Arabia Saudita: 120 uccisi in sei mesi

Il regime saudita continua a comminare la pena capitale anche per reati non previsti dalla sharia. Secondo il rapporto di Esohr, 41 persone sono state ammazzate per aver partecipato a manifestazioni democratiche

L’Arabia Saudita ha mandato al patibolo e “giustiziato” 120 persone nella prima metà del 2022. Si tratta dell’80 per cento in più delle esecuzioni capitali effettuate l’anno scorso, un numero superiore a tutte quelle del 2020 e del 2021 messi assieme. Se continua così, spiega in un rapporto l’Ong Esohr (European Saudi Organization for Human Rights), il regime saudita supererà il record del 2019, quando uccise 186 persone.

Uccisi per aver chiesto la democrazia

Sul totale delle persone uccise, 101 erano di nazionalità saudita, mentre le altre 19 erano straniere, soprattutto provenienti dallo Yemen. Settantadue persone su 120 sono state decapitate per crimini per i quali la sharia non prevede la pena di morte. Mohammed bin Salman aveva promesso di abolire la pena capitale per simili crimini, ma come accaduto in tanti altri campi non ha mantenuto la parola. Ad esempio, 41 persone sono state uccise per aver partecipato a manifestazioni democratiche.

Ben 81 decapitazioni sono state compiute in un solo giorno, il 12 marzo, l’esecuzione di massa più grande mai avvenuta in Arabia Saudita. I corpi dei deceduti non stati nemmeno restituiti alle famiglie perché avessero degna sepoltura. Almeno tre dei giustiziati sono stati torturati in carcere dagli aguzzini per ottenere false confessioni.

«Decapitazioni senza sosta in Arabia Saudita»

Come si legge nel rapporto, è impossibile conoscere l’esatto numero delle persone che si trovano nel braccio della morte in Arabia Saudita, così come l’identità di tutti coloro che vengono uccisi, perché «il sistema non è trasparente». Secondo Esohr, però, almeno 32 persone sono state condannate a morte e rischiano l’esecuzione capitali, tra cui cinque minorenni.

«La prima metà del 2022», si legge ancora nel prezioso report, «ha mostrato che l’uso della pena di morte continua senza sosta in Arabia Saudita. Le promesse di riforma del sistema non mantenute dall’Arabia Saudita sono ormai una costante e anche il 2022 non ha fatto eccezione».

@LeoneGrotti

Foto Ansa

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