RaiPlay, in una applicazione la grande storia della Rai (e del nostro paese)

RaiPlay è un grande trenino della memoria e, con le Teche Rai che la alimentano, rappresenta la più potente biblioteca audiovisiva del nostro paese

Articolo tratto dal numero di Tempi in edicola (vai alla pagina degli abbonamenti) – Della Rai tutti dicono sempre male, come fosse il traffico o l’afa. Ci sono poi gli specialisti, i killer, di destra e di sinistra, capaci ogni giorno di sparare dichiarazioni che distruggono, delegittimano, mettono alla berlina il lavoro di decine di persone, la loro fatica quotidiana. I dirigenti Rai, e ora persino i conduttori che l’hanno fatta grande, sono come l’orso dei tiri al bersaglio. Deputati senza arte né parte, senza alcuna competenza certificabile, armati di un italiano traballante si sentono autorizzati ogni giorno a far fuoco a raffica contro l’azienda e i suoi lavoratori.

Qui invece vorrei segnalare una cosa bellissima della Rai, frutto dell’intuizione di Antonio Campo Dall’Orto, che si chiama RaiPlay. È un’applicazione che consente non solo di rivedere la programmazione dei giorni passati ma, soprattutto, permette di entrare in una parte di quella assoluta meraviglia che è la storia dell’azienda. Una storia magnifica, intrecciata con quella del paese, che è fatta di programmi, di talento, di estro, di coraggio.

Su RaiPlay si trovano le serie del passato, i film prodotti dal servizio pubblico, i documentari che hanno raccontato lo scorrere della storia contemporanea. Si possono vedere le geniali trasmissioni di Renzo Arbore, di Gigi Proietti, di Lino Banfi, i vecchi Studio Uno, le serie di documentazione storica di Zavoli o di Biagi, i servizi giornalistici di Giò Marrazzo, le interviste di Montanelli. Ma si può anche gustare la meravigliosa Carla Gravina che fugge per i vicoli di Roma nella sigla de Il Segno del comando o Rita Pavone con Bice Valori e Sergio Tofano nel collegio de Il giornalino di Gian Burrasca o Roberto Chevalier e Giancarlo Giannini che danno volto a David Copperfield, Loretta Goggi e Aldo Reggiani in La freccia nera.

RaiPlay è un grande trenino della memoria e, con le Teche Rai che la alimentano, rappresenta la più potente biblioteca audiovisiva del nostro paese. Quando ero ministro della Cultura volevo creare un grande museo nazionale dell’audiovisivo, unendo il patrimonio della Rai, l’archivio del Luce, gli altri di privati o di associazioni, quelli delle televisioni e radio private e quelli della pubblicità. Si può fare in un luogo e/o nella rete. Facciamolo, non è difficile.

@VeltroniWalter

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